SANITA. Ebola. Aiuti: Contagio prevedibile, no allarme
Spallanzani avanguardia: reparti perfezionati, equipe attrezzate
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 26 nov. - Il caso del medico italiano di Emergency che lavora presso il Centro per malati di Ebola di Lakka in Sierra Leone e che ha sviluppato sintomi di Ebola "deve essere preso nella normalità, era prevedibile". Ad affermarlo Fernando Aiuti, professore ordinario di Medicina interna, direttore e docente della Scuola di specializzazione in allergologia e immunologia clinica, coordinatore del dottorato di ricerche in Scienze delle terapie immunologiche presso l'universita' degli studi di Roma 'La Sapienza' di Roma, specialista in Malattie infettive e Cardiologia e libero docente in Malattie infettive e in Immunologia clinica.
Interpellato dall'agenzia Dire, Aiuti ricorda come naturalmente il personale sanitario sia "a rischio infezione. È il primo caso italiano, ma non deve assolutamente allarmare la popolazione. Il nostro sistema è all'avanguardia internazionale per l'isolamento e poi ci vorrebbe un contatto diretto da persona a persona".
Il medico è ricoverato a Roma, allo Spallanzani "che ha reparti aggiornati e perfezionati per l'assistenza anche in terapia intensiva- prosegue l'esperto- i posti letto sono sufficienti, 4 o 6 bastano, sicuramente le equipe sono attrezzate, hanno sicuramente fatto corsi di aggiornamento. Lo Spallanzani è all'avanguardia, auguro al medico di salvarsi".
Secondo Fernando Aiuti, professore ordinario di Medicina interna, direttore e docente della Scuola di specializzazione in allergologia e immunologia clinica, "dal momento della diagnosi a quello delle prime assistenze, se si riesce a intervenire il prima possibile è ovviamente meglio, anche per prevenire effetti collaterali. Parliamo di una infezione grave, è importante l'assistenza ad alto livello e nel contagio sono importanti le diverse varianti", dall'età allo stato di salute, alla nutrizione.
In generale, secondo Aiuti c'è comunque da essere ottimisti: "I dati delle ultime settimane dimostrano che non c'è un aumento esponenziale come successo a settembre. Il virus è confinato in tre paesi, Liberia, Guinea e Sierra Leone invece la 'miniepidemia' di Senegal e Nigeria è già finita. Il fatto che qui sia finita, significa che è possibile contenerla2.
Altro dato "positivo è l'epidemia che ha colpito il Congo in estate, con 43 casi, con la variante del ceppo Ebola: è bloccata", come in Senegale e Nigeria", quindi, conclude, "le stime apocalittiche dell'Oms, 20mila casi entro novembre e 200mila entro gennaio, saranno riviste".
(Wel/ Dire)
|