Ido: riportare deficit cerebrale non vuol dire che sia sindrome
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 26 mar. - "Da un lato ci viene richiesto di eradicare il morbillo e la rosolia entro il 2015, dall'altro ci sono genitori e giudici che in qualche modo correlano questo vaccino con l'autismo senza avere dati scientifici certi. Sarebbe opportuno che il ministero della Salute intervenga per dare precisazioni chiare e non lasciare i pediatri sul territorio in balia di genitori e giudici". È questa la richiesta di Antonio De Novellis, presidente dell'Unione nazionale pediatri (Unp), commentando la decisione della Procura di Trani di aprire un'indagine contro ignoti per 'lesioni colpose gravissime' al fine di accertare se vi sia un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino pediatrico trivalente contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr) e l'insorgenza di autismo e diabete mellito.
"L'Oms ha dato il suo parere- prosegue il pediatra- non c'è nessuna connessione. Mi sembra assurdo aprire un'inchiesta sulla base di una semplice denuncia di una coppia di genitori, che forse vorrebbero l'indennizzo. Non possiamo interferire con i giudici, ma rimando il mio pensiero ad un'opinione più autorevole che nega il nesso". In ogni caso è "scritto anche sui bugiardini dei vaccini che esiste il rischio, in percentuali estremamente ridotte, che i bambini possano avere delle risposte negative", chiarisce Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO). "Però i vaccini vengono proposti proprio perché il rischio di incorrere nella malattia è estremamente maggiore, con percentuali numeriche enormemente superiori. È preferibile allora- ripete lo psicoterapeuta- correre il rischio di uno su 10 milioni piuttosto che di uno su 100 mila".
Trent'anni fa "si verificò la stessa ipotesi- ricorda il direttore dell'IdO- ovvero che il vaccino antipolio potesse comportare l'autismo. Anche allora venne spiegato che una brutta reazione al vaccino potesse comportare un danno cerebrale, ma che le percentuali erano sempre a favore del vaccino piuttosto che della scelta di non farlo". Inoltre, secondo lo psicoterapeuta dell'età evolutiva, ci sarebbero due aspetti attualmente non considerati: "In Italia negli ultimi anni sono aumentate le malattie infettive rendendo necessario un maggior irrobustimento delle difese e, in secondo luogo, chiarire che un bambino che riporti un deficit cerebrale a causa del vaccino non significa che riporti l'autismo. L'autismo- sottolinea il direttore dell'IdO- è un deficit di origine genetica, quindi un altro disturbo. Ciò che porta in confusione è l'uso dei termini in modo superficiale. Il fatto che un bambino piccolo con deficit cerebrali, comunque procurati, abbia dei comportamenti che mimino o che siano analoghi a quelli di un bambino autistico non significa che abbia riportato lo stesso problema".
(Wel/ Dire)