(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 19 mar. - Sette milioni e mezzo le persone cardiopatiche nel nostro Paese, ovvero oltre il 12 per cento della popolazione. Di questi, oltre tre milioni sono scompensati. Questo è quanto emerge dall'indagine 'Mi sta a cuore', presentata oggi presso la Camera dei deputati da Cittadinanzattiva-tribunale per i diritti del malato, al fine di approfondire le modalità con cui alcune regioni ed Asl stanno implementando le reti per la prevenzione, la cura e la presa in carico dei pazienti con patologie cardiovascolari e cerebrovascolari.
Oltre il 40 per cento delle morti per malattia sono causate da patologie cardiache e il 10 per cento è dovuto a morte cardiaca improvvisa. Per ciò che concerne le patologie cerebrovascolari, l'ictus cerebrale rappresenta la prima causa di invalidità nel mondo, la seconda causa di demenza e la terza causa di mortalità nei paesi occidentali. In Italia ogni anno si registrano poco meno di 200 mila casi di ictus, dei quali circa un terzo porta al decesso nell'arco di un anno e circa un terzo ad invalidità seria. Dunque quasi un milione nel nostro Paese convive con gli effetti invalidanti di un ictus.
Le segnalazioni dei cittadini al servizio di consulenza informazione e tutela Pit salute del Tribunale per i diritti del malato, mostrano che le principali problematiche nelle cure e servizi per le patologie cardio e cerebro vascolari, riguardano: le lunghe liste di attesa per esami diagnostici (l'area cardiologica raccoglie il 9,8 per cento delle segnalazioni di lunghi tempi di attesa, dopo la radiologia - 24 per cento, l'oncologia - 17,5 per cento, - la ginecologia - 13,6 per cento), le liste di attesa per visite specialistiche cardiologiche (25 per cento del totale, preceduta solo dall'area oculistica al 25,6 per cento); le difficoltà inerenti l'assistenza territoriale; le difficoltà in ambito ospedaliero, visto che l'8 per cento dei cittadini con patologie neurologiche e il 7,6 per cento di chi ha problemi cardiologici segnalano dismissioni premature e difficoltà nella presa in carico; difficoltà di accesso ai farmaci (costi, ostacoli burocratici ed amministrativi per accesso a farmaci di fascia H o Pht-a ed ai piani terapeutici).
E' proprio da queste premesse nasce 'Mi sta a cuore'.
All'indagine, che rappresenta una raccolta di contributi ed esperienze locali, hanno partecipato 16 aziende sanitarie locali e ospedaliere: Asp Agrigento, Ao provincia di Bergamo, Asl di Cagliari e Ao Brotzu di Cagliari, Ao s. Anna e San Sebastiano di Caserta, Asl di Frosinone, Asl di Lecce, Ao Provincia di Lecco, Usl 2 di Lucca, Ulss 13 Mirano (Ve), AO Bianchi Melacrino di Reggio Calabria, ASL Roma D e AO di San Camillo Forlanini, Asl di Roma 3, Asl Roma H, AO Provincia di Varese.
Inoltre, sono stati intervistati gli Assessorati alla Salute delle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Veneto. Hanno fornito spunti e riflessioni anche rappresentanti dei professionisti sanitari e delle Associazioni di pazienti: Conacuore Onlus, Alice Onlus, Amd, Card, Siprec, Sidv. Il progetto è stato realizzato con il contributo non condizionato di Boehringer Ingelheim.
(Wel/ Dire)