(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 19 mar. - Riflettere su un'etica della cura che includa anche l'ascolto. Questo è "un punto fondamentale per rendere la medicina davvero dialogica. Il sistema sanitario deve avere la capacità di tenere insieme cura e ascolto". Ecco il commento che Renato Balduzzi, deputato di Scelta civica, lancia in occasione della presentazione del libro di Paola Binetti su 'Il caso Stamina e la prova dei fatti', a Montecitorio.
Il libro tiene insieme i "due registri Stamina e Di Bella. Il Multitrattamento Di Bella si è mostrato incapace a riferirsi alla generalità dei tumori- afferma- mentre la metodica Stamina si riferisce a malattie rare di gravissimo impatto. Una differenza però che nella vicenda Stamina è tesa a sfumare, ponendosi quasi come una risposta per tutte le malattie degenerative. Questa è la difficoltà- chiarisce l'ex ministro della Salute- evitare che si pensasse che fosse un toccasana per tutte le malattie".
Balduzzi si è occupato della vicenda Stamina nella parte finale del mandato. "Avremmo potuto non occuparcene nonostante la grande campagna di attenzione mediatica, ma il Consiglio dei ministri valuto' che così non si dovesse fare. Dovevamo rispondere a chi ci chiedeva 'cosa si fa con chi ha già iniziato il trattamento'. Inoltre, non c'erano prove sulla nocività". Il deputato ricorda che si "decise allora di intervenire per mettere a regime la regola e decidere se chi avesse già avviato i trattamenti potesse continuarli sotto la responsabilità del medico prescrittore, comunicandolo ai meccanismi sanitari preposti". Il Senato "fece venir meno la norma regime- sottolinea- e rese zoppo l'intervento". Il decreto Balduzzi è un "decreto legge- tiene a sottolineare l'onorevole- adottato dal Consiglio dei ministri con quelle due caratteristiche".
(Wel/ Dire)