(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 12 mar. - La Società italiana di pediatria preventiva e sociale interviene in merito alla recente proposta del Movimento 5 Stelle sulla sospensione dell'obbligo vaccinale per l'età evolutiva in Lombardia: pur inserendosi in un percorso già avviato da parte di diverse società scientifiche, la Sipps ritiene che la proposta rappresenti un rischio potenzialmente grave per la salute dei nostri bambini e adolescenti. "Se da un lato è corretto sostenere una scelta consapevole e responsabile da parte delle famiglie in merito alla vaccinazioni, lasciando loro la facoltà di decidere se proteggere o no i propri figli da malattie potenzialmente gravissime- afferma Gianni Bona, Direttore della clinica pediatrica dell'Università del Piemonte orientale presso l'azienda ospedaliero-universitaria maggiore della Carità di Novara e vicepresidente della Sipps- non va mai tuttavia dimenticato che le vaccinazioni sono divenute ormai una procedura di sanità pubblica. Le vaccinazioni contribuiscono in modo determinante alla protezione dell'intera collettività: oltre a tutelare la salute dei singoli individui, infatti, esse impediscono la circolazione e la diffusione degli agenti infettivi".
Questo fenomeno, denominato 'immunità di gregge', si innesca quando viene superato un livello soglia, specifico per ogni vaccino sulla base della tipologia e della contagiosità di ciascuna malattia, per cui risulta provvista di anticorpi una quota molto elevata della popolazione (solitamente intorno al 90%).
"Proprio perché le vaccinazioni sono al tempo stesso un diritto per i cittadini che ne fruiscono, ma anche un dovere nei confronti della collettività- precisa Luciana Nicolosi, responsabile gruppo di lavoro vaccini e vaccinazioni della Società italiana di pediatria preventiva e sociale - la Sipps, come altre società scientifiche, ritiene che il superamento dell'obbligo vaccinale sia ormai maturo, ma questo passaggio non può assolutamente prescindere da una comunicazione puntuale e capillare alla popolazione, unitamente a un monitoraggio epidemiologico accurato dell'andamento delle infezioni prevenibili con i vaccini disponibili, come è avvenuto in Veneto, l'unica Regione che ha sancito la caduta dell'obbligo".
Se oggi l'Italia presenta una bassissima incidenza per numerose delle malattie infettive prevenibili, è proprio grazie alle elevate coperture vaccinali raggiunte e al loro perdurare ad alti livelli nel tempo: una sospensione dell'obbligo vaccinale con una riduzione inevitabile delle coperture vaccinali porterebbe ad una ripresa delle infezioni non prevenute, come è accaduto in anni recenti in Paesi come l'ex Unione sovietica per la difterite o l'Albania per la poliomielite.
"Spesso- conclude Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano e componente Sipps- si dimentica che l'obiettivo della strategia vaccinale è proprio quello di creare le condizioni per cui le stesse vaccinazioni non siano più necessarie. Questo, però, sarà possibile soltanto quando si giungerà all'interruzione della diffusione degli agenti infettivi, come è accaduto per il vaiolo negli anni '70. La vera conquista sociale, dunque, non è la sospensione dell'obbligo vaccinale ma l'eradicazione dei patogeni più temibili per la società".
(Wel/ Dire)