Antonelli: "Medico deve valutare attentamente da caso a caso"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 5 mar. - "Il concetto del 'tutto a tutti i costi' senza prospettive concrete è un concetto che lede la dignità e l'umanità del malato. L'accanimento terapeutico contraddice il codice etico e deontologico. Bisogna quindi sempre porsi nella posizione di che cosa si sta facendo: ci vuole giudizio, serenità e una stretta collaborazione tra le varie figure di specialisti, compresi i bioeticisti, e in tutti i casi con la famiglia e con lo stesso malato". Lo dice Massimo Antonelli, presidente Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), interpellato dalla Dire sul tema dell'accanimento terapeutico. "È legittimo da parte del medico- prosegue- valutare attentamente da caso a caso quanto sia lecito spingersi e quanto opportuno prolungare l'assistenza alle funzioni vitali, specie quando questa risulta essere a-finalistica, cioè senza possibilità di successo. Si tratta comunque di un argomento molto complesso, sul quale la Siaarti ha promulgato un ponderoso documento, redatto in collaborazione con numerose società scientifiche Italiane, che intende essere una importante base di riflessione, certamente non una linea guida". Secondo Antonelli gli stati terminali della vita "non sono solo quelli di un paziente affetto da un cancro metastatico, ma riguardano anche quei pazienti in cui le funzioni d'organo sono così compromesse da avere assai poche possibilità di riprendersi. Accanirsi nelle cure avrebbe come unico risultato- conclude Antonelli- quello di prolungare un'agonia che sfocia inevitabilmente nella morte".
(Wel/ Dire)