(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 5 mar. - "Limite, equilibrio, difesa dell'ambiente e delle risorse naturali, irreversibilità, sviluppo compatibile sono le vie da percorrere per la cooperazione, la solidarietà e per sentirsi parte di un sistema più vasto per raggiungere un benessere accettabile per tutti". Così gli studenti delle consulte provinciali della Calabria - nell'ambito dei lavori di 'C. P. S.: Custodiamo Patrimoni Straordinari' - vogliono rispondere su quella che definiscono "la più spinosa delle questioni ambientali attuali o comunque la più drammaticamente evidente oggi in Calabria: i rifiuti. "Nonostante l'impegno economico degli ultimi anni - scrivono gli studenti - la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti. Il Coordinamento regionale delle consulte studentesche vuole esprimere un punto di vista alternativo e civicamente propositivo" Andrea Gentile, Valentina Pugliese, Giovanni Di Bartolo, Filippo Orecchio, Mayrin De Filippis e Claudia Dastoli guidati dalla docente Franca Falduto intendono quindi "stimolare l'impegno concreto del giovane cittadino al fine di contribuire, proporzionalmente alla propria capacità di incidere, ad un percorso educativo sulla urgente tematica".
E per poter contribuire a risolvere il problema dei rifiuti "è necessario che tutti - continuano i promotori dell'iniziativa - diventino consapevoli che anche lo spreco alimentare contribuisce in larga misura ad aumentare la percentuale di rifiuti solidi urbani: comportamenti quotidiani, tanto scontati da sembrare non determinati da una scelta, contribuiscono ai risultati collettivi di cui parlano le statistiche: il calcolo di quanto pane finisce ogni giorno nella spazzatura della propria abitazione aiuta a capire che le statistiche non sono numeri o astrazioni delle quali non siamo responsabili".
Per far capire quanto gli sprechi alimentari incidano gli studenti riportano anche alcune cifre: "ogni anno circa il 10% del pane prodotto (120-160 grammi per abitante al giorno), finisce nei rifiuti solidi urbani, a cui vanno aggiunti gli scarti di paste alimentari e affini (70-80 grammi per abitante al giorno) e il 15% della carne acquistata che si stima in 50 chilogrammi per abitante all'anno".
"La Consulta - concludono - intende promuovere una forte campagna contro questo tipo di comportamento, discutibile e inaccettabile sia dal punto di vista etico che economico, perseguendo l'obiettivo di una diminuzione di questo spreco: il 20% in meno porterebbe ad una riduzione del quantitativo di rifiuti di 160.000 tonnellate annue. Accostare le cifre dei mucchi infiniti di sacchetti nel cassonetto dei rifiuti alle discariche che non bastano più e ad iniziative possibili di raccolta differenziata e di riciclaggio, alle immense risorse sprecate è, a parere della Consulta studentesca, un modo di avvicinarci sempre più alle vere origini del problema e alle possibili soluzioni. Così come fondamentale è ritenuta la proposta di riflessione sul concetto di esauribilità delle risorse naturali e, quindi, l'indispensabile autolimitazione ed autoregolamentazione per evitare di giungere al punto di non ritorno".
(Wel/ Dire)