Chimici militari all'opera su convenzione ministeri difesa-salute
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 7 mag. - Il Governo ha accolto alla Camera l'ordine del giorno del Movimento 5 stelle che chiede di affidare allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze la produzione di medicinali cannabinoidi. Il documento è stato discusso nell'ambito del dibattito sulla conversione del decreto-legge sulla disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope. La presidenza dell'aula ha informato i grillini del parere favorevole del Governo alla loro proposta purchè accettassero una versione riformulata dell'Odg. Ma Paolo Bernini, deputato M5s si è opposto: "Non accetto la riformulazione". E ha aggiunto: "In Italia, il ricorso a farmaci cannabinoidi è legittimo ormai da 14 mesi, ma la possibilità di accedervi per i pazienti è rimasta nulla, essendo la procedura lenta e macchinosa. I farmaci cannabinoidi valutati dalla letteratura scientifica come efficaci non sono disponibili per alleviare i dolori dei pazienti e per migliorarne la qualità di vita". Ora però "la legge della regione Abruzzo prevede la possibilità di stipulare convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci".
Siccome però "nessuna azienda farmaceutica italiana ha ancora chiesto licenza di produrre farmaci cannabinoidi", prosegue Bernini, è partita una petizione via Internet per chiedere che lo faccia lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che già prepara diverse tipologie di farmaci, attraverso un protocollo tra i ministeri della Salute e della Difesa. "Lo stabilimento avrebbe già dichiarato un interesse in tal senso; questo consentirebbe al Servizio sanitario nazionale di godere di una notevole riduzione di tempi e, soprattutto, di costi", ha evidenziato Bernini.
Il grillino ha citato anche le indiscrezioni secondo cui lo stesso "Governo sta lavorando all'ipotesi di investire sull'istituto farmaceutico militare di Firenze per la lavorazione di medicinali a base di cannabis che attualmente vengono importati dall'estero, a costi elevatissimi". E se il progetto "dovesse trovare una sua forma e andare in porto, sarebbe una svolta sia per le Regioni, sui cui bilanci attualmente ricadono i costi dei medicinali, sia per i pazienti affetti da patologie che trovano beneficio nell'uso della cannabis (sclerosi multipla, neuropatie, tumori e altro). Molti di loro oggi sono esclusi dalla terapia proprio per questioni economiche". Bernini fa l'esempio del Sativex, farmaco autorizzato dall'Aifa, che "costa oggi circa 700 euro a flacone, cioè un mese di terapia" e dell'"infiorescenza, cioè il Bedrocan, attualmente importato dall'Olanda: costa 35 euro al grammo, quando la posologia medica per un paziente affetto da sclerosi multipla è due grammi al giorno".
Sentito Bernini, Vito De Filippo, sottosegretario alla salute, ha dato il via libera dicendo che "in effetti, tra la riformulazione del Governo e l'ordine del giorno la differenza era molto lieve, era soltanto una scrupolosa cautela, ma accogliamo, dopo l'intervento, la formulazione così come era stata predisposta". Al che sono scattati gli applausi dei deputati del M5s.
(Wel/ Dire)