(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 25 giu. - "La Regione Lazio risponda al segnale del Tar". A dirlo è Michele Bellomo, presidente regionale dell'Associazione religiosa Istituti sociosanitari (Aris), in merito all'ordinanza del Tar del Lazio del 12 giugno, in cui è stato accolto il secondo ricorso per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia del decreto regionale 39/2012. "La volta scorsa, nonostante avessimo vinto, la Regione emanò una nuova norma ancora più stringente- spiega Bellomo- speriamo che non lo rifaccia producendo più danno al libero accesso dei cittadini alle cure. I tecnici della Regione non hanno capito che uno specialista è uno specialista e che la struttura accreditata ha tutti i requisiti per essere considerata allo stesso livello del pubblico per questo non vedo perché fare discriminazioni".
SENTENZA E' CONSEGUENZA LOGICA- "La sentenza del Tar è una conseguenza logica. Era un assurdo quello che aveva determinato la Regione Lazio precludendo la possibilità dei centri di dare agli specialisti delle strutture accreditate la facoltà di fare prescrizioni".
DI FRONTE A MURI DI GOMMA- "Ci troviamo davanti a dei muri di gomma con una determinazione fuori dalla logica- conclude il presidente dell'Aris Lazio- a fare le normative sono evidentemente delle persone che non vivono la quotidianità della situazione e non si rendono conto di quello che accade".
(Wel/ Dire)