(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 giu. - Quando inizia l'estate e le scuole chiudono, trovare strutture adeguate - siano esse scuole comunali o centri estivi allestiti per pochi mesi - che si prendano in carico la gestione della giornata di un bambino, dal gioco al pranzo, puo' essere un sollievo. Le cose si complicano pero', quando a cercare aiuto in queste strutture, sono i genitori di bambini disabili. E' a questo punto infatti che la regolare gestione di un centro comunale, di norma aperto a tutti, diventa fumosa e perfino indecifrabile. Abbiamo provato a contattare qualche centro estivo per bambini di Roma, ponendo domande in merito alla possibilita' o meno di iscrivere un bambino disabile: abbiamo ricevuto risposte diverse, ma nessuna incondizionatamente affermativa. Tra le condizioni che piu' spesso vengono poste, c'e' quellaì dell'operatore extra a pagamento.
Alcune scuole infatti accolgono i bambini disabili, ma non hanno a disposizione personale specializzato che intervenga in eventuali situazioni di emergenza. Normalmente pochi (in genere il rapporto e' di 1 istruttore ogni 10 bambini), gli operatori sono di norma maestre di scuole elementari oppure animatori, in grado, cioe', di offrire un intrattenimento ludico, ma non un'assistenza professionale ai casi di disabilita'. Se l'amministrazione del centro dovesse pensare di mettere a disposizione anche istruttori preparati sotto quel profilo, i costi aumenterebbero e il discorso e' che, a dispetto delle poche richieste che arrivano, "non ne varrebbe la pena". Nella maggior parte dei casi i centri, non volendo assumersi la responsabilita' di gestire casi complicati, assumono un operatore specializzato esterno, costringendo pero' la famiglia del bambino disabile a pagare un surplus rispetto alla regolare retta (in genere, il doppio: si passa da circa 110 euro a circa 220 euro a settimana). Nonostante quindi i buoni propositi che animano direttori e gestori dei centri estivi per bambini ad aprire le loro porte a tutti, sono pesanti le difficolta' che il genitore di un bambino disabile si trova ad affrontare. Dovrebbero essere invece i servizi comunali a dotarsi di personale specializzato, pronto a soddisfare le esigenze di ogni tipo di utenza, e non il cittadino a pagare per un servizio straordinario, che straordinario non e'. Le richieste che arrivano, da parte delle famiglie di ragazzi disabili, sono comunque poche: evidentemente, queste famiglie rinunciano a trovare nel centro estivo comunale la soluzione, rivolgendosi piuttosto a centri estivi specifici per disabili, dove quindi l'esperienza della integrazione e del confronto tra bambini disabili e non, viene totalmente scavalcata.
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)