(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 giu. - Nel nome di 'AlbertOne' si fa del bene. In particolare si investe nella ricerca per le patologie dell'età senile come il Morbo di Alzheimer e l'Ictus, due grandi disabilità che è possibile trattare e prevenire. Come? Sostenendo due progetti di ricerca portati avanti dal Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma per "aumentare la risposta del cervello alle terapie di riabilitazione attraverso lo sviluppo di tecniche di stimolazione celebrale". Un impegno portato avanti dalla Fondazione Alberto Sordi che ieri ha promosso all'Auditorium una serata di raccolta fondi in occasione della ricorrenza del compleanno di Alberto Sordi (il 15 giugno).
Il numero di pazienti affetti dal morbo di Alzheimer e assistiti dall'Ictus in fase acuta presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma "è elevato- chiarisce subito Vincenzo Di Lazzaro, direttore del dipartimento di neurologia- sono circa 1.400 le persone ricoverate ogni anno". Fanno parte dei cosiddetti anziani fragili, un tema tanto caro ad Alberto Sordi, che negli ultimi anni della sua vita decise appunto di sostenerli attraverso la creazione della Fondazione che porta il suo nome. A raccogliere il testimone di questa 'avventura' è Stefania Binetti, responsabile delle Relazioni Esterne della Fondazione Alberto Sordi nonché ideatrice e animatrice della serata 'Dedicato ad AlbertOne', che ogni anno vuole ricordare il grande attore e regista, ma soprattutto l'uomo generoso, meticoloso, perfezionista, attento e sensibile che non tutti hanno conosciuto. A fargli gli auguri in Sala Sinopoli c'era una platea numerosa, composta da personaggi del mondo dello spettacolo, delle istituzioni e della società civile. Una serata ricca di sorprese e condotta da Fabrizio Frizzi, pronto a premiare personaggi eccellenti nel loro mestiere e che si sono distinti per il loro impegno civico: Lino Banfi, Paola Cortellesi, Franca Valeri, Peppino di Capri e l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi.
"L'Italia è un Paese ad alto livello di longevità con una quantità di anziani proporzionalmente superiore a quella dei giovani", afferma Paola Binetti, deputato Udc. "Tutti aspiriamo a diventare anziani e la fragilità è in agguato nella vita di ognuno di noi". Per questo motivo "abbiamo bisogno di ripensare il sistema sociale per rispondere alle esigenze degli anziani in una serie di dettagli molto piccoli, come le barriere architettoniche". Cosa fare concretamente? "Spostare l'attenzione- afferma subito Paola Binetti-non è un obiettivo del ministero della Salute ma del ministero del Welfare- conclude- dobbiamo pensare in termini di politiche sociali".
Per guardare le videointerviste vai a questo link: http://www.dire.it/welfare/7550-albertone-investimenti-patologie-s enili.dire (Wel/ Dire)