(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 giu. - Ventitré bambini affetti da gravi immunodeficienze e rare malattie genetiche sono guariti completamente grazie a una nuova tecnica di manipolazione cellulare messa a punto dai ricercatori del Bambino Gesu' e applicata per la prima volta al mondo nell'ospedale della Santa Sede. Anche in assenza di un donatore compatibile, la nuova tecnica rende possibile il trapianto di midollo da uno dei 2 genitori con percentuali di guarigione sovrapponibili a quelle ottenute utilizzando un donatore perfettamente idoneo.
Quest'ultima frontiera del trapianto di cellule staminali e' stata sperimentata anche su più di 70 piccoli pazienti affetti da leucemie acute e tumori del sangue, con percentuali di successo dell'80%. I risultati di questa sperimentazione sono stati presentati a New Orleans e ora pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale 'Blood'. A illustrarli alla stampa il direttore del Diparimento di Onco-ematologia e Medicina trasfusionale del Bambino Gesu', Franco Locatelli, dalla responsabile dell'Unita' trapianti midollo osseo, Alice Bertaina, e alla presenza del presidente del Bambino Gesu', Giuseppe Profiti, che si e' detto "orgoglioso e soddisfatto" per questa sperimentazione.
"Grazie a questa tecnica riusciamo a offrire a tutti i pazienti la chance del trapianto, con una probabilita' di cura molto elevata- ha detto Locatelli- Parliamo di bambini senza donatori idonei. Uno di questi, a soli 8 mesi, era in condizioni cosi' critiche per un'immunodeficienza primitiva che e' stato trapiantato mentre si trovava in terapia intensiva. Oggi e' a casa sua e ha una vita perfetta".
I ricercatori del Bambino Gesu', hanno messo a punto questa nuova tecnica di manipolazione delle cellule staminali che permette di eliminare le cellule cattive (linfociti T alfa/beta+), responsabili dello sviluppo di complicanze legate all'aggressione da parte di cellule del donatore sui tessuti del ricevente, lasciando pero' elevate quantita' di cellule buone (linfociti T gamma/delta+, cellule Natural Killer), capaci di proteggere il bambino da infezioni severe soprattutto nei primi quattro mesi dopo il trapianto. "Questa metodica e' ora a disposizione della comunita' scientifica che potra' utilizzarla per tanti altri pazienti", ha spiegato Bertaina, sottolineando come "i bambini che sono stati sottoposti alla sperimentazione sono ora guariti e possono condurre serenamente la loro vita".
Presenti alla conferenze due mamme che hanno raccontato la loro testimonianza. "Mio figlio era affetto da una immunodeficienza- ha detto la mamma di Lorenzo- ma non l'ho mai visto soffrire, non ha mai smesso di mangiare, ha continuato a ridere. Addirittura durante la sua convalescenza io ho avuto la varicella e lui no. Sono davvero felice per tutto".
"Anche per noi e' stata un'esperienza positiva- ha aggiunto la mamma di Gabriel, un bimbo colpito dall'anemia di Fanconi- Abbiamo atteso per lui un donatore ma non ce n'erano. Alla fine il trapianto e' avvenuto grazie al suo papa'. Tutto e' andato per il meglio ed e' un'emozione vederlo crescere ogni giorno".
(Wel/ Dire)