(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 29 gen. - Intervenire subito per tutelare la dignità della figura professionale degli psicologi, a cui, "in questi ultimi anni e in maniera assolutamente ingiustificata, sono state tolte competenze e professionalità restringendo sempre più il campo lavorativo e sostituendolo con altre figure nei centri di recupero ex art 26 (L.833 per soggetti con disturbi fisici, psichici e sensoriali)". Inizia così il testo della petizione che una psicoterapeuta romana, Flavia Ferrazzoli, ha sottoposto alla firma di tutti gli psicologi del Lazio, nonché al passato presidente dell'Ordine, Marialori Zaccaria, e al neo presidente Nicola Piccinini.
La psicologa continua segnalando "come il manuale Siar (Sistema informativo per l'assistenza riabilitativa - 2007), pubblicato dalla Regione Lazio, legittimi l'uso di strumenti psicologici da parte di altre figure quali educatori professionali, terapisti occupazionali, terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva e terapisti della riabilitazione psichiatrica. In particolare nella sezione D punto 1- sottolinea la dottoressa- si parla di 'valutazione iniziale' e tra le figure professionali dell'équipe coinvolte nella valutazione non viene mai menzionato lo psicologo". Inoltre, sempre nella stessa sezione al punto 2, "nella valutazione e osservazione delle 'Prestazioni/Interventi in presenza dell'utente' viene specificata la necessità della somministrazione di test dello sviluppo intellettivo, di test proiettivi e della personalità e l'esame psicodiagnostico (compresa l'osservazione gioco e comportamentale). Come unico operatore per queste competenze- ripete Ferrazzoli- viene riportata la dicitura del manuale Siar per l'educatore professionale: 'Operatore preposto ad interventi riabilitativi finalizzati allo sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana; cura l'inserimento o il reinserimento psicosociale dei soggetti in difficoltà (D.M. 8.10.98 n.520)'".
Per quanto riguarda la terapia, il manuale Siar "non prevede lo psicologo e di conseguenza le norme regionali in materia di personale ne hanno relegato la funzione a mero sostegno in misura minima delle terapie effettuate dalle altre figure riabilitative succitate. E' difficilmente immaginabile- aggiunge la psicologa- che un deficit fisico non preveda un adeguato intervento psicologico di sostegno e di aiuto diretto".
Eppure le linee guida del ministero della Salute (1998) indicavano che "la riabilitazione è un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative. Il processo riabilitativo coinvolge anche la famiglia del soggetto e quanti sono a lui vicini. Di conseguenza- sottolinea l'analista- il processo riabilitativo riguarda, oltre che aspetti strettamente clinici, anche aspetti psicologici e sociali".
A Ferrazzoli preme evidenziare inoltre che "non sono più in convenzione patologie gravi che interferiscono con lo sviluppo, quali ad esempio, secondo il sistema ICD (International Classification of Diseases), le categorie nosologiche relative ai disturbi nevrotici (300), disturbi di personalità (301), disturbo delle emozioni specifico dell'infanzia e dell'adolescenza (313), sindrome ipercinetica dell'infanzia (314). Di conseguenza tutti i bambini che sono stati vittime di traumi, violenze e abusi non hanno diritto ad avere un aiuto nei centri accreditati e di fatto neanche nelle Asl per scarsità di personale- precisa- nonostante sia noto che queste problematiche se non trattate in età evolutiva possono portare in età adulta a quadri patologici molto gravi".
Tutto questo sta portando ad "affidare ad altre figure la cura degli aspetti psicologici con la legittimazione della Regione Lazio. In alternativa vi è anche la beffa- prosegue la dottoressa- in quanto le esigenze cliniche, obbligano i centri a richiedere l'intervento dello psicologo, però non essendo prevista la sua figura in modo chiaro, fa sì che i centri assumano psicologi con un contratto da educatore professionale. Per tali motivi chiediamo all'Ordine di intervenire in maniera chiara e forte nella tutela della professione presso il presidente della Regione Lazio- conclude Ferrazzoli- per ridare dignità professionale alla figura dello psicologo con conseguenti benefici per i soggetti svantaggiati".
Gli psicologi che vorranno aderire alla petizione dovranno inviare nome, cognome, data di nascita e numero di iscrizione all'albo all'indirizzo email ferrazzoliflavia@hotmail.com.
(Wel/ Dire)