(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 29 gen. - No alla divisione dei ragazzi disabili in centri di riabilitazione diversi da 'Scuola Viva Onlus', ma protesta ad oltranza finché l'associazione romana di via Crespina 35 non riotterrà l'accreditamento definitivo dalla Regione Lazio. E' stata questa la decisione presa dai genitori dei 270 ragazzi disabili, riuniti insieme ai 90 operatori e al presidente del centro Serenella Pocek.
"Siamo compatti e agiremo tutti uniti affinché i nostri figli non vengano dislocati, ma mantengano la loro posizione in questo centro e in questo territorio. Siamo contrari", cadrebbe tutto il percorso riabilitativo svolto sinora, spiega alla Dire Paolo Macoratti, esponente del Comitato dei genitori e membro del Forum ex art. 26.
Nel frattempo, piena disponibilità è stata concessa dagli operatori, "che resteranno a lavorare al centro gratuitamente fintanto che non si risolva la questione, e dal presidente Pocek pronto a lasciare aperti i locali. Non possono essere svolte attività sanitarie- chiarisce subito Macoratti- ma si potranno impegnare i giovani in attività di intrattenimento evitando che vivano questa lontananza dal centro ulteriormente".
Macoratti ha una figlia con deficit cognitivo, si chiama Flavia e ha 26 anni. Da quando non va più a Scuola Viva "sta male, è depressa e in crisi. Ieri ha iniziato a urlare il nome di un ragazzo del centro che non vede più. Flavia sta peggiorando- ripete il papà- perchè, invece di svolgere le sue normali attività, ha il pensiero fisso della scuola. Le stanno togliendo la sua quotidianità".
I genitori hanno infine deciso che, "se le cose non dovessero andare nel verso giusto, organizzeranno manifestazioni ad oltranza davanti la Regione o in altri luoghi della città per riottenere quanto è stato tolto. Se la situazione rimarrà immutata- conclude Macoratti- giovedì prossimo ci sarà il primo appuntamento davanti la Regione".
(Wel/ Dire)