(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 gen. - Quello della carenza di farmaci è un problema che coinvolge sempre di più le famiglie italiane che, in tempo di crisi economica, si trovano troppo spesso a far fatica a soddisfare un bisogno, quello della salute, che dovrebbe essere primario. Lo rileva la Caritas che, dal suo osservatorio privilegiato, ha notato come negli anni della crisi ci sia stato un forte aumento delle richieste di farmaci ai propri centri di ascolto.
Il direttore della Caritas italiana, monsignor Francesco Soddu, dopo la presentazione del 'Rapporto sulla povertà sanitaria e sulla donazione dei farmaci in Italia', riferisce: "I nostri dati dicono che dal 2009 al 2012 c'è stato un aumento della richiesta di farmaci ai nostri centri del 57% rispetto al totale delle richieste che riceviamo. Troppe persone rischiano di essere escluse dalle cure: c'è chi non è nelle condizioni di poter curare una semplice bronchite che poi magari si trasforma in polmonite che, se non fronteggiata con attenzione, può diventare anche fatale".: "I nostri dati dicono che dal 2009 al 2012 c'è stato un aumento della richiesta di farmaci ai nostri centri del 57% rispetto al totale delle richieste che riceviamo. Troppe persone rischiano di essere escluse dalle cure: c'è chi non è nelle condizioni di poter curare una semplice bronchite che poi magari si trasforma in polmonite che, se non fronteggiata con attenzione, può diventare anche fatale".
La Caritas, sottolinea monsignor Soddu, è perfettamente coerente con "il mandato di intervenire nell'ambito della povertà e della emarginazione sociale ma anche di essere presenti nel tessuto sociale perchè ci si attivi su questi temi. Il malato può essere visto- prosegue il direttore della Caritas- come il povero tra i poveri". Si tratta infatti di una condizione esplosiva, quella in cui "a una situazione di precarietà fisica si aggiungono problemi economici".
Per monsignor Soddu bisogna quindi "restituire a queste persone la dignità, assicurando il bene primario della salute" sapendo "diversificare" i campi di azione: "sociale, sanitario e socio assistenziale non devono essere messi in un unico contenitore ma necessitano di interventi specifici".
Su questo tema, avverte, al di là degli "aspetti finanziari che la fanno da padrone" in ambito politico, "non intendiamo sostituirci alle istituzioni e allo Stato che hanno compiti fondamentali, ma la funzione sussidiaria che possiamo svolgere- sottolinea- è molto forte". Perchè, avverte citando le parole di Papa Francesco, "una comunità dove i poveri vivono senza dignità e inclusione rischia la dissoluzione".
(Wel/ Dire)