I rapporto sulla povertà sanitaria e la donazione dei farmaci
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 gen. - "La povertà è in aumento e questo è preoccupante perchè testimonia che il Paese si sta sfaldando. C'è bisogno di un'alleanza contro la povertà per dare risposte a quasi 8 milioni di persone. Noi chiediamo che questo lavoro non venga lasciato solo al terzo settore: le istituzioni devono intervenire favorendo politiche attive per il welfare". Così Gianni Bottalico, presidente dell'Acli, si rivolge alle istituzioni parlando alla presentazione del primo rapporto sulla povertà sanitaria e la donazione dei farmaci, dal titolo 'Donare per curare', realizzato dall'Osservatorio della Fondazione Banco Farmaceutico.
"La sussidiarietà- spiega- non può essere scaricata interamente su di noi perchè non è sostenibile. Il paese è fortemente diseguale, l'impoverimento sta aumentando e la perdita dei posti di lavoro non si è ancora arrestata. Le fasce più fragili della popolazione sono le famiglie numerose, gli immigrati, i pensionati e anche coloro che andranno in pensione tra qualche anno con un assegno mensile di 1000-1200 euro". Insomma, insiste il presidente dell'Acli, "la sussidiarietà da sola non salverà il welfare, noi non ce la facciamo. L'alleanza tra istituzioni e no-profit non deve essere un'elemosina, noi immaginiamo delle politiche che diano la possibilità alle famiglie di uscire da una condizione di povertà". Che tipo di politiche? Ad esempio "il reddito di inclusione sociale e la formazione professionale", dice Bottalico. "Noi siamo qui a dare un segnale alla politica- conclude- Acli, Caritas, Banco Farmaceutico: associazioni che in passato hanno avuto anche idee molto diverse ma che ora sono qui insieme per il bene comune".
"Fin dall'inizio del suo mandato Papa Francesco ha esortato a porre la massima attenzione alle 'periferie esistenziali' e il legame tra poverta', bisogni sanitari e umanizzazione delle cure entra a pieno titolo in questo discorso". Cosi' monsignor Francesco Soddu, direttore nazionale della Caritas, in un passaggio del suo intervento al I rapporto sulla poverta' sanitaria e donazione farmaci, presentato al centro Frentani di Roma. "Il malato- aggiunge- si ritrova ad essere povero tra i poveri: in definitiva il piu' povero. Ed e' in questo contesto che si inscrive il valore della fondazione 'Banco farmaceutico' e la sua idea di sussidiarieta', da non intendere come devoluzione delle responsabilita' pubbliche, ma come sguardo dal basso e non ideologico sui limiti del sistema sanitario".
Per Soddu "ci vuole quindi uno sforzo congiunto sul problema, che sappia interpretare la poverta' territoriale e capire le difficolta' che incontrano i cittadini" anche perche' "le disuguaglianze sulla salute delle persone sono ancora troppo elevate, basti pensare che la mortalita' delle persone povere, in alcuni casi e' addirittura cinque volte piu' elevata che in quelle ricche. Dal 2009 al 2012 l'aumento della richiesta di farmaci e' stato superiore al 57%. Dati drammatici ma in linea con quelli della povertà nel suo complesso".
Il direttore della Caritas conclude quindi sottolineando l'importanza dell'attuazione "degli inderogabili doveri di solidarieta', previsti anche dalla Carta costituzionale, verso i quali e' necessario un surplus di carita', nonostante il Sistema sanitario nazionale sia tra i pochi al mondo a garantire gratuitamente l'assistenza".
"Dal rapporto emerge che si sta allargando il gap tra i bisogni delle persone e la capacità di risposta". Così il presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, Paolo Gradnik, intervenendo alla presentazione del primo rapporto sulla povertà sanitaria e la donazione dei farmaci, dal titolo 'Donare per curare', realizzato dall'Osservatorio della Fondazione Banco Farmaceutico. "Il servizio pubblico- spiega- non basta più e questo non è scandaloso perchè in nessun paese lo stato sociale si regge da solo", quindi "l'evoluzione della società rispetto alle aspettative universalistiche della salute può essere affrontata con un ruolo del pubblico ma anche del privato e del no-profit". Gradnik sottolinea che se "il servizio sanitario nazionale non ce la fa più non può essere il no profit da solo a surrogare o i privati a doversi arrangiarsi. Le cose si devono affrontare creando un sistema di alleanza dove il pubblico riconosce il ruolo del no-profit e coinvolge il privato cittadino e il privato produttivo". Alle istituzioni, insiste il numero uno del Banco Farmaceutico, "conviene avere il no-profit come compagno di strada così come alle industrie farmaceutiche conviene mettere in gioco il proprio know how perchè il business non è separato dalla responsabilità sociale". Infine, il presidente ricorda l'appuntamento di sabato 8 febbraio quando ci sarà la raccolta dei farmaci: fuori delle farmacie aderenti ci sarà un volontario a cui dare il prodotto di automedicazione che si vuole donare.
Tutte le video interviste a questo link: http://www.dire.it/speciali/banco-farmaceutico/5479-banco-farmaceu tico-soddu-gradnik-bottalico.dire (Wel/ Dire)