SANITA. Alcol, un problema sociale: convegno spiega i danni
Incontro a Pontificia Accademia Scienze, in Vaticano
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 gen. - Un fenomeno da contrastare che costituisce il terzo fattore di rischio per carico di malattia e mortalità prematura. Un grave problema di salute pubblica e sociale, che interessa non solo l'Europa, ma il mondo intero. L'elevato consumo di alcol, vera e propria sostanza tossica, ha molte conseguenze negative sul nostro stato di salute: oltre a causare dipendenza, è stato riconosciuto come responsabile di circa 60 differenti tipi di malattie e condizioni, tra cui lesioni, disturbi mentali, comportamentali e gastrointestinali, tumori, malattie cardiovascolari, polmonari, e muscolari, disordini riproduttivi e danni prenatali, tra cui il rischio di nascite premature e un basso peso alla nascita.
Preoccupanti i dati. Il consumo dannoso di alcol si traduce in 2,5 milioni di morti al mondo ogni anno, di cui una quota significativa si verifica nei giovani. Un recente rapporto ha indicato che in Europa, dove si stima vi siano quasi 15 milioni di persone alcoldipendenti, 1 ogni 7 decessi negli uomini, e 1 ogni 13 decessi nelle donne, nella fascia di età 15-64 anni, è dovuto al consumo di alcol. Il suo impatto, dunque, colpisce in profondità la società, danneggiando anche il benessere e la salute delle persone che circondano il bevitore. Oltre a danni sociali, l'alcol è causa di danni economici in termini di costi individuali, bassa produttività sul posto di lavoro, aumento dei costi sanitari. Tali effetti si sommano a un numero impressionante di costi sociali attribuibili all'alcol, che possono essere stimati in 155,8 miliardi di euro l'anno in Europa, e di circa 22 miliardi l'anno in Italia.
Questo è quanto emerso dal convegno "Alcoldipendenza, un fenomeno da contrastare per il bene dell'individuo e della società", che si è svolto alla Pontificia Accademia delle Scienze, in Vaticano, presso la Casina Pio IV. Scopo dell'incontro, discutere su questa pericolosa dipendenza che "compromette lo sviluppo individuale e sociale". Tanti gli esponenti scientifici chiamati ad intervenire sul fenomeno, tra cui: Monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze; Claudio Mencacci, direttore dipartimento di Salute mentale e Neuroscienze presso l'azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, e presidente Sip (Società italiana di Psichiatria); Emanuele Scafato, presidente Sia (Società italiana di Alcologia); e Stefano Maria Zuccaro, officiale sanitario dello Stato della Città del Vaticano.
"Il consumo pericoloso di alcol e la dipendenza da alcol rappresentano un importante problema di salute pubblica e sociale che sta sconvolgendo il mondo- ha osservato Monsignor Sorondo- un problema sottovalutato che non interessa solo il singolo, ma l'intero sistema con il quale l'individuo è in relazione, la famiglia, la rete lavorativa e sociale".
"Un lubrificante sociale, dal quale si viene attratti", così è stato definito l'alcol da Mencacci, che ha spiegato: "Oggi sappiamo che l'alcoldipendenza è una malattia curabile legata agli effetti che il consumo continuo di alcol determina su un vasto numero di sistemi di neurotrasmettitori cerebrali, incluso il sistema dei recettori degli oppioidi, portando a un neuroadattamento duraturo che può causare l'assunzione continua di alcol. L'aumento del numero di alcoldipendenti suggerisce la necessità di attuare non solo progetti di prevenzione sui giovani e sulla popolazione tutta, ma anche e soprattutto di informazione sulla possibilità di cura". (la videointervista a Claudio Mencacci su www.dire.it).
"L'alcol, al pari del fumo, è cancerogeno- ha detto Scafato-, e allora la nostra sfida è quella di contrastarlo, perché il suo consumo è rischioso e dannoso. Bisogna interrompere un circolo vizioso che conduce a un impatto sempre più preoccupante, a livello sociale e sanitario". Secondo Scafato l'alcolismo "provoca 18mila morti l'anno in Italia ed è la prima causa di mortalità dei giovani, che molto spesso si ritrovano a guidare in stato di ebbrezza". (la videointervista a Emanuele Scafato su www.dire.it).
"L'alcoldipendente è una persona malata che va curata- ha concluso Zuccaro- Il fenomeno purtroppo interessa sempre di più i giovani, i quali non solo sottovalutano le conseguenze negative che questo fenomeno può avere, ma addirittura le ignorano. E questo può essere pericolosissimo". (la videointervista a Stefano Maria Zuccaro su www.dire.it).
(Wel/ Dire)
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