(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 26 feb. - Mari e oceani sono in pessime acque. E' l'allarme lanciato dalla Commissione europea nella sua recente analisi sullo stato di salute delle acque continentali che bagnano 23 dei 28 Paesi Ue. "Sono ecosistemi sistemi necessari- ha sottolineato Janez Potocnik, commissario per l'Ambiente- dobbiamo pertanto trovare un equilibrio. Ciò significa trovare dei modi per sfruttare al massimo il loro potenziale economico, senza aumentare la pressione su un ambiente già fragile".
Il rapporto comunitario è la sintesi delle diverse relazioni degli stati membri sullo stato delle loro acque marine, su ciò che considerano 'buono stato ecologico' e sugli obiettivi di miglioramento che si sono dati. In positivo si segnala l'aumento dei dati a disposizione, ma nello stesso tempo va sottolineato che tutte queste informazioni segnalano che l'88% delle riserve ittiche nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nel Mare del Nord è in serio pericolo con la comparsa di zone morte prive di ossigeno causate dalla progressiva eutrofizzazione o dalla distruzione dei fondali legata alla pesca a strascico.
La pubblicazione curata dall'Aea, l'Agenzia dell'ambiente europea, ha evidenziato il crescente impatto cumulativo di settori industriali come i trasporti, la pesca, l'energia offshore e il turismo sugli ecosistemi marini. "La ricca vita marina rappresenta un bene incredibile- ha aggiunto Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'Aea- dobbiamo operare affinché questa risorsa sia utilizzata in modo sostenibile, senza superare i limiti di ciò che gli ecosistemi possono fornire. Il modo attuale di servirsi del mare rischia di degradare irreversibilmente molti di questi ecosistemi".
(Wel/ Dire)