(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 12 feb. - Esiste "un'Italia che non ci sta al massacro dei disabili pur di fare cassa, e se la politica non è in grado di gestire questo Paese ci riuscirà la Giustizia!". Lo ripetono i promotori del ricorso contro il nuovo Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), che invitano tutti i cittadini all'adesione anche tramite i social network: "E' necessario partecipare altrimenti il massacro continuerà. Dobbiamo fermarli e fare in fretta".
Da sabato scorso "tutti coloro che tenteranno di accedere a condizioni agevolate per prestazioni sociali dovranno presentare il nuovo Isee come regolamentato dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 5 dicembre 2013, n.159, pubblicato in Gazzetta ufficiale serie generale n.19 del 24 gennaio 2014. Dovrà includere, e considererà reddito, qualsiasi supporto in denaro che lo Stato eroga, inclusi quelli nati per la rimozione degli 'ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana' (art. 3 della Costituzione Italiana)". Le associazioni di persone disabili denunciano pertanto che "tra i supporti che verranno considerati reddito sono incluse anche tutte le somme fiscalmente esenti come quelle di cui le persone beneficiano per finalità assistenziali o risarcitorie, incluse pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento, di frequenza, di comunicazione erogate agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordomuti, supporti in denaro per l'assistenza domiciliare erogati in forma indiretta alle persone con disabilità, assegni di cura erogati a persone non autosufficienti, supporti economici per il trasporto di persone con disabilità, pensioni sociali, pensioni di guerra, assegni percepiti per il mantenimento dei figli, borse di studio corrisposte a studenti universitari, rendite erogate dall'Inail per invalidità o per morte, buono casa erogato in denaro, e persino-concludono i promotori del ricorso- i sussidi a favore degli hanseniani, ossia delle persone affette da lebbra!".
Una delle attiviste del ricorso e presidente del Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi, Maria Simona Bellini, si è fatta due conti per rendersi conto che "se mi applicano questo nuovo Isee o non mando più mia figlia al centro diurno o mi toccherà pagare una compartecipazione del 30%, ossia 650 euro al mese. E non ho ancora analizzato tutto il resto.
Quindi i 150 euro per le spese del ricorso li benedico ogni ora che passa!".
Il ricorso, che punta al riconoscimento di incostituzionalità del decreto, "è contro l'amministrazione dello Stato - Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero del Lavoro e ministero dell'Economia e Finanza - e verrà presentato presso il Tar del Lazio che, per la sua particolare giurisdizione territoriale, potrà esprimersi per tutto il territorio nazionale. Potranno quindi partecipare tutti gli interessati indipendentemente dalla loro residenza. I tempi utili per la presentazione del ricorso sono molto ravvicinati- riferiscono dal comitato promotore- in quanto legati alla recente pubblicazione, sulla Gazzetta ufficiale, della norma che intendiamo contestare. Dobbiamo quindi attivarci immediatamente e informare quante più persone possibile, soprattutto se sprovviste di internet".
(Wel/ Dire)