(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 5 feb. - "Da molto tempo assistiamo ad una pressante e iniqua campagna pubblicitaria rivolta contro i medici e la Sanità. Negli ultimi anni, in particolare, l'accanimento contro i medici è diventato insostenibile". Lo scrive Roberto Lala, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma e Provincia, in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, alle massime autorità del panorama politico nazionale e regionale e ai media per chiedere un cambio di rotta nei confronti della Sanità.
Scopo della lettera, in particolare, è quello di "denunciare il clima da caccia alle streghe che vede, spesso ingiustamente, così come certificato anche da recenti studi della Commissione Parlamentare d'inchiesta sugli errori in Sanità, medici ed odontoiatri sul banco degli imputati". "Alcune associazioni private- prosegue la lettera- composte anche di avvocati, in modo scorretto, pubblicizzano quotidianamente su giornali, radio, televisioni ed internet la loro disponibilità gratuita, ma con quota lite, a sostenere legalmente i cittadini che ritengono di aver subito un danno dal Servizio sanitario nazionale".
"Da qualche tempo- scrive Lala- stiamo subendo una sorta di persecuzione attraverso una strumentale campagna mediatico-pubblicitaria con evidente fine di lucro che, insinuando un pregiudizio accusatorio contro i medici, incita i cittadini a denunciarci. Ciò sta determinando un clima operativo che sta inducendo i medici ad un atteggiamento professionale di tipo difensivistico e privo di serenità. Questa situazione sta addirittura rischiando di minare l'appropriatezza dei nostri comportamenti professionali, generando prestazioni diagnostico-terapeutiche ridondanti, o impropriamente restrittive, per eccesso di scrupolo correlato al timore di future accuse".
Secondo Lala "tutto ciò ha portato anche ad un aumento degli episodi di violenza fisica contro i medici, nonché ad una esplosione delle richieste di risarcimento per danno. I dati ufficiali, pubblicati dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta sugli errori in Sanità nel gennaio 2013 parlano chiaro, confermando quello che noi medici ben sappiamo. Gli episodi di malasanità non sempre però hanno a che fare con l'errore diretto dell'operatore: spesso questi episodi derivano da disservizi, carenze, strutture inadeguate, inefficiente servizio di eliambulanza, lunghe attese al pronto soccorso, difficoltà di trasferimenti del paziente da un ospedale ad un altro, casi di infezioni ospedaliere".
"L'Italia è l'unico Paese, insieme alla Polonia, a prevedere la perseguibilità penale degli errori clinici- spiega il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma-. Ciò significa che l'atto medico, di fatto, è equiparato ad un atto di delinquenza comune. In realtà, però, dei tantissimi processi penali avviati, la quasi totalità si conclude con l'archiviazione: ben il 98,1% dei procedimenti per lesioni colpose e ben il 99,1% dei procedimenti per omicidio colposo". "Noi medici non siamo qui a difendere gli episodi comprovati di malpractice- sottolinea infine-. Come Ordine professionale abbiamo il preciso compito di far rispettare ai medici il nostro Codice Deontologico, e quindi di stabilire le giuste sanzioni per coloro che, disattendendo precise regole del codice, procurano un danno alla persona".
(Wel/ Dire)