SANITA. Bologna, Udc: 2,7 mln per aborti, si paghi il ticket
Sorbi: Servizi calano, serve una spending review etica
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 5 feb. - Una "spending review etica", da attuare "facendo compartecipare alle spese, secondo la certificazione Isee, chi si sottopone all'interruzione volontaria di gravidanza". Ad invocare l'introduzione del provvedimento è Mauro Sorbi, capogruppo dell'Udc in Provincia di Bologna, mettendo nel mirino le spese affrontate ogni anno dall'Ausl per gli interventi di aborto ed i relativi esami.
Sul tema, Sorbi ha interrogato la Giunta di Palazzo Malvezzi, ricevendo dall'Ausl una serie di dati che parlano di 1.380 aborti effettuati nel 2012 e 702 nel primo semestre 2013. Più della metà delle richieste arrivano da donne italiane, segnala Sorbi, più di un decimo da rumene ed un 5% da marocchine. Nel 2012 le fasce di età vanno dai 15 ai 49 anni, mentre nel 2013 il range si allarga perchè si parte dai dieci anni per giungere a 54. Poi c'è il nodo dei costi: "Se si considera che mediamente il 'pacchetto' esami più intervento si aggira sui 2.000 euro- riferisce il consigliere provinciale- si ottiene una cifra che a Bologna nel 2012 si aggira sui due milioni e 760.000 euro, mentre nel primo semestre 2013 è pari ad un milione e 404.000 euro". Questo mentre la riorganizzazione dei servizi sanitari a Bologna e provincia "sta riducendo già del 20% circa i posti letto e del 27% i posti di guardia medica", sottolinea Sorbi. Inoltre, "le gestanti pagano i ticket per gli esami che devono effettuare durante la gravidanza, mentre le donne che decidono di sottoporsi all'interruzione volontaria di gravidanza non pagano alcun ticket per gli esami preparatori".
Da qui la richiesta di una "compartecipazione" da parte di chi si sottopone ad aborto, "a fronte di una spending review- afferma Sorbi- che ogni giorno sta togliendo qualcosa ai pazienti e agli anziani".
Sempre Sorbi, poi, segnala che "un documento Ausl del gennaio 2013 sulla Ivg nel distretto di Bologna" afferma che "l'aborto a volte è un mezzo di controllo delle nascite". Questo "in totale difformità da quanto stabilito dalla stessa legge 194", conclude il consigliere dell'Udc.
(Wel/ Dire)
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