(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 23 apr. - Il Lazio è la regione che cura in regime di day hospital più pazienti provenienti da fuori (35.211 nel 2012) e che presenta il saldo maggiore tra pazienti che da altre regioni vengono a curarsi negli ospedali laziali e residenti nel Lazio che invece escono dai confini regionali per curarsi, sempre in regime di day hospital: questo saldo ammonta annualmente a 18.329 pazienti (anno 2012). I pazienti che da altre regioni sono arrivati nel Lazio per curarsi nello stesso anno sono stati 35.211 (dimissioni per acuti in regime di day hospital), che corrisponde a una percentuale di attrazione del 10,8%; i pazienti laziali che sono andati a curarsi altrove sono stati 16.882, che corrisponde a un indice di fuga del 5,5%.
In negativo, invece, si segnala che nel Lazio vi è un trend in crescita di consumo di alcolici a rischio tra i maschi: infatti, nel corso degli ultimi anni tra gli uomini si è registrato un trend in aumento dei consumatori a rischio che sono passati dal 18,2% della popolazione maschile di età 19-64 anni (media italiana 21,5%) nel 2010 al 20,9% nel 2011 (media italiana 19,8%). Sono alcuni dei dati che emergono dall'undicesima edizione del rapporto Osservasalute (2013), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle regioni italiane presentato al Gemelli da Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane.
Pubblicato dall'Osservatorio, che ha sede presso l'università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, il rapporto è frutto del lavoro di 165 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali.
Quest'anno il rapporto osserva la struttura della popolazione con alcuni nuovi indicatori per osservare come è composta, quanti anziani ci sono e qual è il rapporto tra popolazione attiva (in età da lavoro) e popolazione dipendente (bambini e anziani).
Questi i dati del rapporto Osservasalute: SALUTE E DISABILITÀ DELLE PERSONE ANZIANE - Nel Lazio (dati XV censimento, 2011) il 10,4% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni, a fronte di una media nazionale del 10,5%, mentre le persone tra 75 e 84 anni sono il 7,2% della popolazione regionale, a fronte di una media nazionale del 7,5%. Gli anziani di 85 anni o più sono il 2,6% della popolazione regionale, a fronte di una media nazionale del 2,8%. Quest'anno il rapporto esamina la percentuale di maschi e femmine di età 65 anni e oltre che vivono soli, in presenza o assenza di gravi limitazioni fisiche che rendono complicate le attività quotidiane anche più semplici come lavarsi o cucinare (anno 2011): nel Lazio il 16,93% della popolazione maschile in questa fascia di età vive sola in presenza di limitazioni, e il 36,36% delle femmine (valori medi nazionali: il 19,93% dei maschi e 45,17% delle femmine); il 17,16% dei maschi in regione vive solo in assenza di limitazioni e il 37,07% delle femmine (valori medi nazionali: 16,02% dei maschi e il 35,39% delle femmine).
SPERANZA DI VITA - Nel Lazio la speranza di vita alla nascita è per i maschi pari a 79,1 anni (media italiana 79,4). Per le femmine la speranza di vita alla nascita è pari a 84,3 anni (valore medio italiano 84,5). Per i maschi di 0-84 anni in regione si registra un guadagno di 120 giorni per la speranza di vita ottenuto grazie alla riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 116 giorni); un guadagno di 111 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 133 giorni); i maschi hanno infine guadagnato 15 giorni per ridotta mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso ed organi di senso (guadagno medio italiano 6 giorni). Per le donne in regione la speranza di vita ha beneficiato di un guadagno di 15 giorni ottenuti grazie alla riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 31 giorni); di 158 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 117 giorni); e una perdita di un giorno per aumentata mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso ed organi di senso (perdita medio italiano 11 giorni).
MORTALITÀ - Nel Lazio la mortalità (dati 2010) è pari a 105,5 per 10.000 abitanti tra i maschi, contro una media nazionale di 105,9 per 10.000, mentre è pari a 66,9 per 10.000 tra le donne (contro una media nazionale di 66,8 per 10.000).
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (2010) il Lazio presenta, nella classe di età 19-64 anni, una mortalità per tumori tra i maschi pari a 9,6 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 10,2 per 10.000) e una mortalità per malattie del sistema circolatorio di 6,1 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 5,2 per 10.000). Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 7,5 per 10.000, (vs un valore medio nazionale di 7,7 per 10.000) e la mortalità per malattie del sistema circolatorio di 2,5 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 1,8 per 10.000).
STILI DI VITA - Il Lazio presenta una quota di fumatori pari al 22,8% (anno 2012) della popolazione regionale di 14 anni e oltre (media nazionale 21,9%). Nel Lazio vi è una quota di ex-fumatori del 21,7% (22,6% valore italiano), mentre i non fumatori sono il 53,2% della popolazione regionale di 14 anni e oltre (valore medio nazionale 54,2%).
Consumo di alcol: il Lazio fa registrare i seguenti valori: nel 2011 presenta una quota di non consumatori pari al 31,8% a fronte di un valore medio nazionale del 33,6%. I consumatori sono il 66,9%, a fronte di un valore medio nazionale del 65%. La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l'eccedenza quotidiana o il binge drinking) è pari al 18,8% dei maschi (valore medio italiano 14,1%), per un totale del 12,4% dei giovani in questa fascia d'età (valore medio italiano 11,4%). Si noti che il dato di consumo per le femmine in questa fascia di età è stato omesso perché non attendibile. La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 20,9% dei maschi (valore medio italiano 19,8%) e al 6,8% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 13,7% degli individui in questa fascia d'età (valore medio italiano 12,5%).
DIETA, PESO E SPORT - Il Lazio presenta una percentuale di individui adulti in sovrappeso pari al 33,7%; il valore medio nazionale è il 35,6%. E una percentuale di obesi pari al 9,3% dei cittadini (persone di 18 anni e oltre), a fronte di un valore medio italiano del 10,4%. Nel Lazio il 23,4% dei minori di 6-17 anni è in eccesso di peso (sovrappeso o obesi) contro un valore medio nazionale di 26,9%. Per quanto riguarda la pratica di sport nel Lazio il 22,2% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo (valore medio italiano 21,9%); il 24,9% fa qualche attività fisica (valore medio nazionale 29,2%). Nel Lazio coloro che non svolgono alcuno sport sono il 43,8% della popolazione (media nazionale 39,2%).
SALUTE MENTALE - Nel Lazio si registra un consumo di antidepressivi pari a 35,3 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2012. A livello nazionale il consumo medio è di 36,8 DDD/1.000 ab die. Nel Lazio il tasso standardizzato di suicidio è pari al 5,46 per 100.000, a fronte di un valore medio nazionale di 7,21 per 100.000 fra i soggetti con 15 anni e oltre.
SALUTE MATERNO-INFANTILE - Gestione dei parti con taglio cesareo: il Lazio presenta una quota di tc pari al 43,35% sul totale dei parti nel 2012, contro la media nazionale di 36,62%.
SISTEMA SANITARIO REGIONALE - Passando all'analisi sulla salute del Sistema sanitario regionale emerge tra le performance economico-finanziarie che nel 2012 nel Lazio il rapporto spesa/pil è pari al 6,65% (valore medio italiano 7,04%). CONSUMO DI FARMACI - Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del Ssn (espresso in termini di ddd/1.000 ab die, cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti), nel 2012 il Lazio presenta un consumo di 1.097 ddd/1.000 ab die, a fronte di un valore medio nazionale di 985. Sempre nel 2012 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del Ssn nel Lazio è pari a 220,1 euro (la media nazionale di 193 euro). I cittadini spendono non poco di tasca propria per acquistare farmaci forniti dal Ssn: infatti se si osserva l'indicatore Spesa farmaceutica pro capite per ticket e compartecipazione, che esprime la spesa che il cittadino deve sostenere per accedere all'assistenza farmaceutica erogata dal servizio sanitario pubblico, si vede che nel Lazio ogni cittadino spende di tasca propria l'11,9% della spesa pro capite totale (valore medio italiano 12,2%). Il sistema dei ticket può influire su un accesso equo all'assistenza farmaceutica, potenzialmente penalizzando i soggetti a più basso reddito e quelli con polipatologie croniche.
ASSISTENZA OSPEDALIERA - Gestione dell'assistenza ospedaliera: la Regione presenta un tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario pari a 121,1 per 1.000 (2012), a fronte di un valore medio italiano pari a 120,3 per 1.000. Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di day hospital è pari a 57,7 per 1.000, mentre la media nazionale è di 43,2 per 1.000. Il tasso standardizzato complessivo di dimissioni ospedaliere (ovvero in regime ordinario e in day hospital) è pari a 178,9 per 1.000; il valore medio nazionale è pari a 163,5 per 1.000. Nel 2012 il Lazio presenta una degenza media preoperatoria standardizzata pari a 2,32 giorni - il dato peggiore in Italia, a fronte di una media nazionale di 1,81. Questo parametro è indice di efficienza organizzativa e di appropriato utilizzo dei servizi diagnostici e dei reparti di degenza chirurgici.
GESTIONE DELLE FRATTURE DEL COLLO DEL FEMORE - La frattura del collo del femore (evento frequente nella popolazione anziana) è un ottimo modo per valutare la qualità dell'assistenza ospedaliera in quanto, se non trattata a dovere, è spesso causa di peggioramento della qualità di vita, di disabilità e/o di mortalità. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che lunghe attese per l'intervento per questa frattura corrispondono a un aumento del rischio di mortalità e di disabilità del paziente, aumento delle complicanze legate all'intervento e minore efficacia della fase riabilitativa. Di conseguenza, molte delle linee guida più recenti raccomandano che il paziente con frattura del collo del femore venga operato entro 48 o addirittura 24-36 ore dall'ingresso in ospedale. Nel Lazio il 36,9% (dato 2012) dei pazienti che hanno riportato tale frattura è operato entro 2 giorni (valore medio italiano di 44,7%).
ASL E OSPEDALI, ECCO COME USANO IL WEB PER INCONTRARE IL CITTADINO-UTENTE - Quest'anno il rapporto è andato a indagare quanto le nostre Asl e ospedali si connettono online col cittadino e comunicano attraverso canali web e social. Nel Lazio il 42% delle Asl utilizza almeno un canale web (twitter, youtube, facebook etc) per comunicare coi cittadini, a fronte di una media nazionale del 34% delle Asl. Nel Lazio il 63% delle aziende ospedaliere, Irccs e policlinici universitari utilizzano il web 2.0 per la comunicazione con il cittadino (valore medio nazionale 44%).
(Wel/ Dire)