(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 23 apr. - Lavoratori della Croce rossa italiana verso lo sciopero. Il 17 mattina le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno riunito le segreterie unitarie per alzare il livello della protesta di una vertenza che mette a rischio il futuro di 4.000 famiglie e quello dei servizi essenziali di emergenza ai cittadini.
Una vicenda complessa che i sindacati hanno stigmatizzato come primo caso Electrolux del pubblico impiego. Secondo i piani messi in atto dai vertici della Cri, per gli operatori ci sarebbero infatti all'orizzonte tagli di organico, che inizierebbero a colpire i 1.500 precari che lavorano su ambulanze e in strutture di soccorso, e riduzioni di stipendio, che hanno già iniziato a raschiare fino a un terzo delle già magre buste paga del personale in servizio. A fronte di questo, denunciano i sindacati, "dopo l'incredibile voltafaccia del Ministero della Salute, che ha prima sconfessato e poi riabilitato il comportamento del presidente della Croce rossa, solo un assordante silenzio".
Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal da mesi mobilitati a fianco dei lavoratori, attaccano: "Abbiamo dato mandato ai nostri legali di impugnare tutti gli atti della Cri di fronte ai tribunali amministrativi regionali".
Ma dalla riunione emerge soprattutto l'intenzione di affrontare a viso aperto politica e management. E di far crescere la mobilitazione: "Avvieremo subito le procedure per la proclamazione dello sciopero, che si farà entro fine maggio con una grande manifestazione nazionale a Roma". Mentre già per il 9 maggio è prevista un'assemblea nazionale e un presidio davanti al Ministero della salute.
Un messaggio chiaro recapitato proprio al ministro: "Rispetti gli impegni presi dopo la manifestazione del 7 aprile e convochi subito i rappresentanti dei lavoratori. Siamo i primi a voler riorganizzare la Cri. Ma su livelli occupazionali, retribuzioni e tutela dei servizi non arretreremo di un passo".
(Wel/ Dire)