Lusenti: Non chiudiamo patto; Coletto: Risparmi restino a noi
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 2 apr. - Le Regioni lanciano un ultimatum al Governo: se ci saranno altri tagli in sanità, "non chiudiamo il nuovo Patto per la salute". I risparmi ottenuti con la spending review in sanità "devono rimanere nelle disponibilità delle Regioni", per essere reinvestiti sui territori. Il monito arriva da un fronte compatto, formato da Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Sicilia, i cui assessori regionali erano impegnati il 31 a Bologna in un convegno sulle cure primarie. "A questo tavolo ci sono i sistemi sanitari che rappresentato 30 milioni di cittadini e tra di noi c'è consenso su come dev'essere il nuovo Patto per la salute- avverte Carlo Lusenti, assessore alla Sanità in Emilia-Romagna- l'invarianza dei costi in sanità non esiste: ci sono sempre, anche quando questi non sono economici e per questo meno visibili. O il finanziamento si conferma a 109,7 miliardi o non chiudiamo il Patto: lo diciamo da settimane".
Secondo Lusenti, "per migliorare l'efficienza di tutto il sistema si potrebbe fare ancora molto, per esempio avere 10-11 centrali regionali di acquisto per la sanità, con una nuova agenzia unica nazionale per gli acquisti sanitari da affiancare alle altre due agenzie nazionali, Agenas e Aifa". La questione non riguarda solo "l'acquisto più conveniente di beni come la solita siringa, ma anche dei sistemi di alta tecnologia diagnostica che si potrebbero acquistare con le migliori condizioni del mercato, non solo nazionale ma mondiale". Dunque, insiste Lusenti, "occorre standardizzare l'offerta del mercato: questo andrebbe scritto nel nuovo Patto per la salute".
Anche per Luca Coletto, titolare della delega sanitaria in Veneto, nonchè coordinatore degli assessori regionali alla Sanità a livello nazionale, con il nuovo Patto per la salute "si devono piantare paletti certi per dare le necessarie cure sul territorio e omogeneizzarle, per quanto possibile, pur mantenendo le differenze tra i territori. In un momento di congiuntura economica negativa come questo, tagliare o razionalizzare malamente sul sociale e sulla sanità significa destabilizzare il Paese e portare ancora più povertà sul territorio. Qua non si scherza. La razionalizzazione deve essere funzionale a reinvestire i risparmi nella sanità, mantenendoli nelle disponibilità delle Regioni", avverte Coletto.
E il suo omologo in Toscana, Luigi Marroni, ricorda che "sia il ministro Lorenzin sia il premier Renzi hanno ribadito che la spending review serve per recuperare efficenza e che i risparmi restano in sanità per far fronte alle esigenze, ad esempio per l'acquisto di farmaci sempre più costosi". Del resto, "la spesa sanitaria aumenta anche se non facciamo niente".
(Wel/ Dire)