(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 set. - Il meglio della cardiologia italiana a Forli' per discutere come affrontare l'infarto e trattare il paziente alla luce della nuova definizione universale pubblicata lo scorso anno dalle quattro principali societa' cardiologiche mondiali (American Heart Association, American College of Cardiology, European Society of Cardiology, World Heart Federation). A promuovere l'incontro, in programma venerdi' a partire dalle 8 all'hotel Globus City, con titolo 'L'infarto miocardico acuto oggi', e' Marcello Galvani, direttore dell'U.O. di Cardiologia dell'Ausl di Forli' e unico italiano ad aver partecipato all'illustre consesso internazionale che ha elaborato il nuovo documento, il terzo dopo quelli redatti nel 2000 e nel 2007.
Con lui, ci sara' anche Allan S. Jaffe, responsabile del Dipartimento di malattie cardiovascolari della Mayo Clinic di Rochester (Usa) che, in qualita' di maggior esperto al mondo nel settore, ha coordinato i lavori della commissione e, ora, ha collaborato con Galvani all'organizzazione del convegno.
"Nella nuova definizione universale- illustra Galvani- vengono distinti cinque tipi d'infarto, con l'obiettivo d'individuare le differenti condizioni cliniche responsabili di ciascuno di essi, dal momento che da queste derivano diverse modalita' di cura e gestione del paziente. In tutte queste situazioni, comunque, la condizione necessaria per parlare d'infarto e' la documentazione biochimica della morte cellulare attraverso la misurazione del livello di troponina cardiaca nel sangue, mediante un test di laboratorio estremamente sensibile ma di comune impiego. È poi compito del medico- prosegue lo specialista- indentificare, fra le cinque tipologie possibili, la causa che ha portato al danno cardiaco: solo il corretto riconoscimento della causa puo' infatti garantire al paziente il trattamento piu' rapido e adeguato".
Obiettivo del convegno, pertanto, e' focalizzare i diversi problemi diagnostici e terapeutici distintivi dei cinque differenti tipi d'infarto, aiutando cosi' il cardiologo clinico ad applicare le nuove linee guida. Al congresso, parteciperanno i piu' qualificati esperti nazionali in tema di sindromi coronariche e, in particolare, di infarto miocardico, nonche' Judith Hochman, docente del National Institut of Health di Bethesda (Usa) e coordinatrice di alcuni dei principali studi mondiali nel campo della cardiopatia ischemica, e Carlo Alberto Perucci, direttore scientifico di Agenas.
Nel corso del convegno, verranno approfonditi gli aspetti di ciascun tipo d'infarto. "L'infarto di tipo 1- precisa Galvani- e' legato a un'occlusione permanente o transitoria dell'arteria coronarica determinata da una rottura delle placche e a trombosi successiva. In questo caso, occorre somministrare potenti farmaci antitrombotici ed effettuare l'angioplastica coronarica".
Rispetto a tale tipologia, verra' evidenziata l'importanza "di reti territoriali che integrino il lavoro dei medici dell'emergenza e dei cardiologi, consentendo l'esecuzione dell'elettrocardiogramma a domicilio e l'immediato invio ai centri in grado di effettuare angioplastica coronarica 24 ore su 24". Un modello, questo, che nella provincia di Forli'-Cesena e' stato sperimentato con successo negli ultimi anni.
"L'infarto di tipo 2- riprende Galvani- e' causato da fattori esterni al cuore, quali una grave anemizzazione o infezione, per lo piu' in presenza di lesioni ostruttive delle coronarie; la cura consiste, quindi, nel trattare la malattia che ha provocato il danno miocardico. Il tipo 3, invece, e' l'infarto che esordisce oppure conduce rapidamente all'arresto cardiaco o alla morte del paziente, pertanto, va affrontato cercando d'intervenire il piu' rapidamente possibile sul territorio, attraverso la rianimazione cardiopolmonare e il sistema dell'emergenza".
Per quanto riguarda, infine, le ultime due tipologie, "l'infarto miocardico di tipo 4 si puo' verificare durante un'angioplastica, a seguito di complicanze immediate nella procedura o come esito tardivo di fenomeni di trombosi dello stent utilizzato per garantire il successo della procedura stessa, mentre il tipo 5 puo' insorgere dopo un intervento di rivascolarizzazione miocardica mediante cardiochirurgia, a causa, principalmente, del cattivo funzionamento dei bypass utilizzati. In entrambi i casi, fondamentale e' la prevenzione". Tali argomenti, saranno sviluppati da uno dei pionieri dell'angioplastica primaria in Italia, Stefano De Servi, direttore del dipartimento cardiovascolare dell'ospedale di Legnano. Le problematiche legate all'infarto di tipo 1 e 3, invece, verranno inquadrate da Francesco Prati, direttore dell'U.O. di Cardiologia interventistica dell'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, fra i massimi esperti d'imaging intracoronarico.
A livello regionale, e, in particolare, forlivese, in questi anni, si sono comunque compiuti importanti progressi nella cura dell'infarto. "Fra 2009 e 2012, il tasso di ospedalizzazione per infarto miocardico acuto in Emilia-Romagna e' sceso da 91 a 78 casi ogni 100mila abitanti per anno, una riduzione, quindi, pari al 15%; Forli', in tutta la regione, e' l'ospedale che presenta gli indici piu' bassi. Sono i risultati di un'efficace attivita' di prevenzione, sia primaria, sensibilizzando la popolazione su corretti stili di vita e ad avere una maggior consapevolezza nei confronti del sintomo 'dolore al petto', sia secondaria, curando al meglio chi ha avuto infarti cosi' da evitare il piu' possibile recidive, che, quando avvengono, richiedono tempestivita' della diagnosi e del trasporto del paziente al laboratorio di emodinamica, in modo da garantire una rapida riapertura della coronaria". I lavori del convegno saranno aperti dal sindaco di Forli', Roberto Balzani, e dal direttore generale dell'Ausl di Forli', Giulietta Capocasa.
(Wel/ Dire)