"Quella unica e' utile, ma rispettare liberta' paziente-operatore"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 set. - Ripensare la cartella clinica nel rispetto degli operatori e dei pazienti. È uno degli obiettivi espressi dal gruppo di studio 'La psicologia e gli psicologi nelle case di cura psichiatriche accreditate del Lazio', nel corso di una conferenza a Roma presso l'Ordine degli psicologi del Lazio.
L'idea di creare una cartella clinica unica, un database da consultare per conoscere la storia di ogni paziente, risponde ad un'urgenza concreta: "Una persona non puo' restare in una casa di cura per tutta la vita, anche perche' la durata di un ricovero non puo' superare i 90 giorni. Il problema si pone pero' per quei casi cronici, o che tendono a riacutizzarsi periodicamente, nei quali puo' accadere che un paziente passi da un medico all'altro e da un terapeuta all'altro se manca una struttura capace di fornire una risposta periodica con ricoveri piu' veloci e brevi", spiega Pietro Romanelli, coordinatore del gruppo e responsabile del servizio di Psicologia clinica della casa di cura Samadi. In questo contesto, "la possibilita' di consultare una cartella clinica unica ci permetterebbe di conoscere il percorso terapeutico seguito da ogni paziente".
Si tratta pero' di un tema delicato: "La cartella clinica limita sia la liberta' dell'operatore che della persona- precisa il coordinatore- impattando sull'intimita' del paziente e richiedendo allo psicologo di rispettare dei criteri standard anche se non tutto puo' essere standardizzato".
Il gruppo di studio e' dunque impegnato nel tentativo di trovare un compromesso tra "l'organizzazione che ci chiede prove, fatti, misurazioni- aggiunge lo psicoterapeuta- e il rispetto del rapporto con la persona, che invece ha bisogno di privacy e riservatezza. Il suo dolore non puo' essere misurato".
Oggi le cartelle cliniche "sono in mano agli ingegneri della standardizzazione- afferma Romanelli- che ci chiedono di misurare tutto. Questo tentativo di parlare di una sola psicologia e di un solo tipo di intervento e' fallimentare, perche' la psicologia non e' degli psicologi ma e' un sapere che si plasma sul bisogno delle persone".
Il Piccolo principe dice: 'Si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi'. "E' difficile far passare questo concetto nel mondo scientifico- sottolinea il coordinatore del gruppo di studio- una parte di noi ha bisogno di fare i conti, di dimostrare tecnicamente dei risultati che con l'invisibilita' non sono immediati".
Romanelli conclude con delle proposte: "Abbiamo delle bozze di cartelle cliniche alternative, dinamiche, che si possano costruire in base alla relazione e al momento specifico. Siamo impegnati non solo nel tentativo di capire cosa sia giusto inserire, ma anche nella volonta' di rendere partecipe il paziente di quello che viene scritto nella sua cartella clinica, per avere cosi' il suo punto di vista".
(Wel/ Dire)