(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 set. - "Bravi, ragazzi!". L'arrivo dell'ultima tappa alla Tenuta dei ciclamini di Mogol, ad Avigliano Umbro, avviene in una bella giornata di sole, quel sole che sempre ha accompagnato la carovana degli 11 ragazzi con autismo (dai 12 ai 22 anni) che domenica scorsa si sono messi in viaggio su proposta della onlus "L'emozione non ha voce". Sono arrivati a casa di Mogol, che li ha anche scortati col suo cavallo bardato di rosso nell'ultimo tratto di strada, e di sua moglie Daniela. Quasi 100 chilometri percorsi, dal Lazio settentrionale all'Umbria meridionale, "per conquistare il diritto a non essere considerati come fantasmi" come scrive uno dei padri dei ragazzi cavalieri, il giornalista Gianluca Nicoletti, nel reportage sulla Stampa.
"Sono felice che ce l'abbiano fatta- sono le parole di Mogol a conclusione dell'impresa-, e che ce l'abbiano fatta bene, con disinvoltura. Anche se certo e' stato faticoso". E' una sfida da cui escono vittoriosi, che "dara' loro maggiore sicurezza". Il maestro va con la memoria al 1970, quando con Lucio Battisti cavalco' da Milano a Roma, e poi al 2005, quando con meno clamore replico' l'esperienza a ritroso, Roma-Milano, con la moglie e alcune guide locali. "Le cavalcate fermano il tempo - dice -, sono momenti indelebili, giorni che hanno un'identita' precisa, che arricchiscono. Belle esperienze".
"E ora chiamateli pure giovani guerrieri- scrive Gianluca Nicoletti- Ora davvero sono grandi, uomini e donne, nessuno potra' piu' far finta di nulla quando li vedra' per strada, con noi che li teniamo sotto braccio. Sono quelli che hanno cavalcato per sei giorni per aver diritto di esistere". Ma "se ancora non bastera' ripartiremo. Saremo sempre piu' belli e forti, nel coro dei mesti, pavidi e insoddisfatti. Gli indifferenti son gia' mummie, a noi il sorriso dei nostri silenziosi ragazzi bastera' per tenerci in vita".
Forse hanno potuto godere ancora di una notte di sonno tranquillo, prima che i ritmi frenetici e i volti della citta' li avvolgano di nuovo. Forse qualcuno, che ha imparato a mettersi i calzini o a lavarsi i denti da solo, reclamera' di volerlo fare anche a casa. E chissa' per quanto tempo sogneranno cavalli e girasoli, fiumi da guadare e boschi di querce che regalano frescura. E rideranno e canteranno, come quando erano in sella.
Questa, per loro come per migliaia di coetanei in Italia, e' la settimana di inizio della scuola. "Che cos'e' la scuola per gli autistici?", si chiedeva Nicoletti qualche giorno fa. "Essere tenuti per mano mentre si passeggia nei corridoi, per timore che il ragazzo possa buttarsi dalla finestra o fare qualche altro gesto inconsulto?". Intanto, proprio in questi giorni, madri e padri di tutta Italia, anch'essi guerrieri, stanno preparando un ricorso collettivo per il diritto al sostegno.
Fonte: Redattore sociale (Wel/ Dire)