(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 set. - "La selezione avviene in tutto il mondo. E poi del resto noi siamo in Europa, dove come ci sono le 'quote latte' ci sono anche le 'quote medico'. È inevitabile avere una selezione rispetto a coloro che aspirano a fare determinate professioni, come l'architetto, lo psicologo, il medico, l'infermiere". Cosi' Luigi Frati, rettore dell'universita' La Sapienza di Roma, al termine del test di Medicina e Odontoiatria che ha visto, nel primo ateneo della Capitale, sfidarsi a colpi di quiz ben 7.101 studenti a caccia di un posto tra i soli 909 disponibili.
Sul bonus maturita', abolito gia' a decorrere da quest'anno con il decreto scuola varato dal Consiglio dei ministri, e' una "decisione politica- dichiara Frati- che mette rimedio forse ad alcune grosse perplessita' che erano emerse in questi mesi". Ma, prosegue, "in una qualche maniera va riformulato. Uno dei modi logici potrebbe essere quello di correlare quello che si e' fatto alle scuole medie superiori al risultato del test di ammissione, per evitare che non ci siano tutta quella serie di storture che sono state messe in evidenza. Si potrebbe ovviare in questa maniera".
Ora da parte dei ragazzi, ai quali magari il bonus aveva dato quel punto in piu' utile per scalare la graduatoria e indossare l'ambito camice bianco, potrebbero partire una valanga di ricorsi. Ma "il ricorso- sottolinea il rettore di Piazzale Aldo Moro- lo fa chi lo vuole fare. In genere, lo studente bravo entra e se non entra - perche' magari colto dall'emozione - ci riprova l'anno dopo. Abbiamo- spiega- un meccanismo di recupero che permette a questi studenti di tornare: si iscrivono ad un'altra facolta', fanno due esami ed entrano al secondo anno". Frati, sottolinea che "bisogna avere rispetto degli studenti, soprattutto di quelli che hanno studiato rispetto a quelli che hanno preso la cosa sotto gamba".
Nessun commento invece sull'istituzione della graduatoria nazionale, altra novita' (insieme ai tanto contestati bonus maturita') dei test di ammissione 2013. "L'Italia e' un Paese che presenta un diritto allo studio molto scarso. Io mi metto nei panni del ragazzo di una famiglia non benestante di una regione povera al quale viene data la possibilita' di frequentare l'universita' in una citta' in cui i genitori non lo possono mantenere. È un problema che va visto non soltanto con una graduatoria, ma con un sistema molto piu' vasto", conclude Frati.
(Wel/ Dire)