(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 ott. - Si riaccende il dibattito sulle linee guida sull'autismo a pochi mesi dalla possibile ricostituzione del panel di esperti chiamati a rivedere il documento entro il 2015. Un confronto richiesto da molti esponenti del settore che accusano il testo di non aver dato pari dignita' all'approccio evolutivo rispetto a quello comportamentale. A parlarne alla Dire e' Nicola Vanacore, neurologo del Centro nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell'Istituto superiore di Sanita' (Iss), nonche' responsabile scientifico per la revisione della linea guida numero 21.
"Tutto e' perfettibile- precisa subito il medico- dobbiamo renderci conto di come siano state selezionate le evidenze e del perche' alcune siano diventate raccomandazioni e altre no". Per quanto riguarda la mancata presa in considerazione di tutti gli studi relativi agli approcci evolutivi, l'esperto dell'Iss risponde: "Se e' una pecca, e' una pecca di tutto il panel. Nel nostro Paese si pone una questione culturale enorme- continua il neurologo- e cioe' che la partecipazione al panel richiede impegno, competenza, disponibilita' e tante altre qualita'. Siamo partiti da una 'Torre di Babele', molti lo dimenticano, da una situazione di grandissima delicatezza. Il problema dell'individuazione della letteratura e' centrale nella formulazione delle linee guida, una questione estremamente complicata".
Vanacore insegna all'universita' e sa "bene come i tecnici della psicomotricita' dell'eta' evolutiva e del mondo della neuropsichiatria, della logopedia, dei fisioterapisti e dei terapisti occupazionali producano evidenze. Siamo ancora all'eta' della pietra- afferma- ed e' vero che nella neuropsichiatria infantile c'e' stato un cambio generazionale". Ma il nodo del dibattito, secondo l'esponente dell'Iss, riguarda proprio l'efficacia dei trattamenti perche' "se io ho un trattamento efficace non conduco nessuno studio. Lo studio si conduce quando c'e' il principio dell'equipoise, ovvero dell'incertezza, altrimenti non si effettuano studi sugli esseri umani". Se un trattamento e' "efficace non devo metterci vicino uno studio per dire che e' efficace. Qui stiamo scimmiottando la medicina basata sull'evidenza".
Un esempio per tutti: "Non esiste un Randomized Controlled Trial (RCT) sulla Levodopa, che e' il trattamento cardine per la terapia della malattia di Parkinson. Andate a vedere il film 'Risvegli'- propone il neurologo- perche' non c'e'. Questa e' la deriva dei talebani dell'Evidence-based medicine (Ebm). Ci hanno inculcato idea che dobbiamo condurre studi dappertutto".
(Wel/ Dire)