(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 ott. - Spremere altre risorse dalla sanita' puo' avere un solo effetto: il taglio dei servizi. E chi lo fa se ne deve assumere la responsabilita'. In sintesi, e' questo il messaggio che la Regione Emilia-Romagna ha spedito al Governo Letta, a poche ore dalla riunione del Consiglio dei ministri sulla legge di Stabilita', che dovrebbe determinare anche i nuovi tagli al Sistema sanitario nazionale. Una prospettiva che ha fatto subito partire la rivolta delle Regioni. Il motivo lo spiega l'assessore regionale alla Sanita' dell'Emilia-Romagna, Carlo Lusenti. "C'e' un livello di sostenibilita' complessiva che non possiamo oltrepassare- avverte- non possiamo avere una percentuale di finanziamento pubblico alla sanita' vicina a quella della Grecia, inferiore a quella del Portogallo, perche' questo significa avere servizi molto inferiori alle necessita' e ai diritti dei nostri cittadini".
Quindi, afferma Lusenti, "non c'e' solo una discussione sul modo giusto o sbagliato di fare i tagli, ma c'e' un livello che rende i tagli insopportabili e a quel livello ci siamo gia'". In Emilia-Romagna, rivendica l'assessore, "abbiamo gia' occupato tutti gli spazi di efficientamento, di cura ulteriore del buon funzionamento del sistema. E quindi un'ulteriore riduzione consistente di risorse produrrebbe l'unico effetto che puo' produrre: una riduzione dei servizi". Questo e' "esattamente cio' che finora siamo riusciti ad evitare, lavorando sulla macchina e facendola correre piu' forte. Pero'- ammonisce Lusenti- anche a questo limite di efficientamento siamo ormai arrivati e quindi il taglio delle risorse comporta la responsabilita', per chi lo fa, di determinare un taglio dei servizi". Lusenti non fida delle rassicurazioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha parlato di intervento chirurgico sulle spese. "I tagli lineari sono stati praticati fino ad ora, sarei compiaciuto che si cambiasse metodo- commenta l'assessore, a margine di una conferenza stampa in Regione- pero' aspetto di vedere i fatti". In ogni caso, sottolinea, "le notizie che si susseguono in queste ore, per quanto contraddittorie tra loro, segnano una direzione di marcia che come Regioni consideriamo inaccettabile, in quanto il servizio sanitario non puo' essere considerato come un bancomat da cui attingere senza pensare ai servizi e alle risposte che si danno ai cittadini che, pur con differenze regionali molto forti, in alcune parti del Paese sono assolutamente di livello europeo".
L'Italia, insiste Lusenti, "ha un livello di finanziamento pubblico della sanita' tra i piu' bassi in Europa e tra i Paesi dell'Ocse. Sotto un livello di questo tipo non possiamo scendere e se si realizzassero le cifre di cui si parla scenderemmo sotto il livello di sostenibilita', al quale siamo gia' vicini da anni in conseguenza delle manovre gia' adottate nel 2011 e nel 2012".
(Wel/ Dire)