(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 ott. - "La tendenza oggi e' che i lavori si fanno a porte chiuse e non sempre le persone scelte nei tavoli tecnici sono quelle migliori. Sono stato vicepresidente del comitato direttivo per la stesura delle linee guida sulla riabilitazione ma nessuno mi ha mai chiamato". È la denuncia di Giorgio Albertini, medico dell'Ircss San Raffaele Pisana, presente agli Stati Generali del Forum ex articolo 26.
In ambito di abilitazione e riabilitazione in eta' evolutiva, il professore ricorda che quando si parla di disabilita' dello sviluppo "dobbiamo tenere conto di una prospettiva life-span, multidisciplinare ed orientata su fasi di sviluppo specifiche. E in questa logica stiamo pensando di effettuare uno studio epidemiologico- prosegue il neurologo- per capire quante sono le persone con disabilita' e quanti sono i servizi messi in campo per soddisfare i loro bisogni". Un lavoro che deve portare al "raggiungimento dell'autonomia nelle famiglie, nella scuola e poi nel lavoro". La peculiarita' del Forum e' di aver "messo insieme professionisti e genitori per creare un network che possa orientare le scelte della politica. E invece di ascoltare le persone competenti- afferma Albertini-vogliono togliere il day hospital, fondamentale per fare un bilancio di salute ed evitare ricoveri inappropriati".
Le disabilita' dello sviluppo sono tante e complesse. Parliamo di disturbi del linguaggio e dell'aprendimento, di deficit sensoriali uditivi/visivi, di deficit del controllo motorio, di disturbi dello spettro autistico, di disabilita' intelletive, di patologie neuromuscolari e muscoloscheletriche. "Finalmente l'Istituto superiore di Sanita' ha fatto sull'autismo un grosso passo in avanti considerandolo una priorita'. Studiare di piu' questa sondrome-ricorda Albertini- ci aiutera' a capire meglio gli altri tipi di disabilita' dello sviluppo".
Ritornando al Forum, Albertini aggiunge: "Dobbiamo diventare una lobby per far capire che bisogna affrontare la disabilita' dello sviluppo in maniera complessa, partendo da una medicina incentrata sui bisogni della persona e attenta ai contesti in cui vive". Infine, secondo Albertini, "va costituita una rete tra gli Irccs, le Universita' - che nel Lazio sono ben rappresentate in questo settore - la riabilitazione intensiva codice 56-75 e le stritture ex articolo 26. Noi a livello professionale siamo in rete, ma dobbiamo trovare il modo per entrare al tavolo insieme a chi ci programma e che non sfrutta il nostro fattore competenza". Nel Lazio e' "tutto da rifare in senso costruttivo e non in senso disperato- conclude- il futuro dei professionisti non e' un problema ma qui si gioca il futuro dei bambini".
(Wel/ Dire)