(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 ott. - La prima sorpresa? "Ci siamo trovati di fronte a una asimmetria digitale, cioe' a bambini con piu' abilita' rispetto agli insegnanti nell'uso del tablet, laddove anche i genitori hanno mostrato un gradimento maggiore verso lo strumento". Cosi' Lorenzo Toni, neuropsichiatra infantile, racconta all'agenzia Dire le fasi del progetto sulla dislessia che sta curando per il dipartimento Prevenzione dell'Asl Roma D, diretto da Claudio Fantini.
Si tratta di una sperimentazione avviata nei mesi scorsi attraverso 8 presidi sanitari scolastici in 7 istituti del X Municipio della Capitale: con una rete che coinvolge scuole, famiglie e Asl, si sta cercando di mettere a punto nuovi strumenti didattici per alunni con diagnosi di dsa (disturbi specifici dell'apprendimento). Al progetto, denominato 'Un futuro per la dislessia', e' stato dedicato un workshop in programma in questi giorni a Ostia, presso il Salone Riario nell'Episcopio di Ostia Antica.
Tutto nasce dall'intuizione di Marco Iannacone, milanese, padre di un bambino dislessico e tecnico informatico nella Societa' Digitally Different: perche' non fare usare un tablet anche ai bambini con dislessia? Dall'idea alla pratica: la tavoletta 'EdiTouch' viene consegnata a 218 bambini, monitorati per capire se il nuovo ausilio didattico puo' aiutarli a studiare meglio. "Questa sperimentazione- spiega Toni- fa parte di un progetto di prevenzione del disturbo psicopatolgico secondario alla presenza di un disturbo specifico dell'apprendimento, che non puo' avvalersi di strumentazioni compensative. Ecco perche' per conoscere realmente l'esito dell'esposizione agli strumenti compensativi abbiamo messo a punto, come dipartimento Asl Roma D, una metodica Ebp: siamo partiti da un punto zero e, prima di distribuire il tablet, abbiamo somministrato ai ragazzi dei questionari basati su scale di valutazione internazionali".
Dalla prima analisi e' emerso che "i ragazzi dai 9 ai 15 anni testati, tutti con dsa, hanno mostrato nelle 8 scale sindromiche un rischio patologico piu' alto, riferito ad ansia e depressione. In particolare, abbiamo visto che ci sono due picchi di rischio nelle fasce di eta', a 8 e a 15 anni".
La sperimentazione con l'ausilio dello strumento compensativo del tablet durera' fino a giugno 2014, dopodiche' verra' fatta una valutazione degli stessi ragazzi, con i dati diffusi a settembre del prossimo anno, a distanza di 18 mesi dai primi questionari: "Avremo delle risposte e capiremo se ci sono stati miglioramenti, rispetto all'uso di strumenti tradizionali, nel rischio di presentare sintomi". Di sicuro lo strumento "viene accettato di piu' alle elementari rispetto ai gradi scolastici successivi: parliamo di un gradimento pari al 90% nella scuola primaria".
La parte piu' importante del progetto, spiega Toni, e' la "costruzione dal basso" di una "metodologia in cui forniamo allo studente la possibilita' di usare strumentazioni open source, sempre modificabili, per il suo successo scolastico". La vera sfida, conclude Toni, "e' rendere comunque sempre piu' accessibili questi strumenti per le famiglie, abbassando i costi".
Entusiasta del progetto Debora Vilasi, coordinatrice del Servizio di prevenzione dei presidi sanitari scolastici dell'Asl Roma D. "Tutto e' cominciato con l'idea di verificare quanti ragazzi nelle scuole presentavano un disturbo dell'apprendimento, contattando poi Iannacone per testare il progetto nei nostri istituti. La parte bellissima di questo percorso- precisa- e' che dal primo momento i ragazzi non sono stati delle 'cavie', ma i nostri consiglieri a tutti gli effetti: sono stati proprio loro a spiegarci di cosa avevano bisogno, quali erano le esigenze a cui dare risposte".
L'EdiTouch, dunque, viene "costantemente 'aggiustato' con il loro aiuto prezioso, sotto la supervisione degli infermieri che seguono i ragazzi e le famiglie, fungendo da mediatori con i responsabili del progetto. E tutto, alla fine, viene messo a disposizione di altri studenti". Un esempio pratico? "I ragazzi hanno creato da soli il programma di analisi logica e grammaticale, sfruttando un foglio di lavoro su Excel". Non e' inusuale il ricorso alla tecnologia informatica per aiutare i piccoli con dislessia. "Anche mia figlia, con lo stesso disturbo, usa gia' da anni un notebook, ma la scelta di passare al tablet e' presto spiegata: sono stati gli stessi ragazzi a mostrare interesse, perche' e' un oggetto che attrae. Insomma, e' uno strumento 'figo' che li incuriosisce".
Commenti positivi anche dalla professoressa Anna Brancaccio, dirigente scolastica e membro della direzione generale degli ordinamenti scolastici e dell'autonomia al ministero dell'Istruzione: "Si tratta di uno strumento valido e ben strutturato che utilizza software autografi messi a punto da Iannacone, e altri gia' conosciuti e attualmente in commercio, con l'obiettivo di renderli migliori. L'uso di questo tablet fa parte di un progetto piu' ampio che poggia su una solida base scientifica che prevede l'utilizzo di strumenti compensativi".
(Wel/ Dire)