Creati 56 punti primo intervento, -30% accessi a pronto soccorsi
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 nov. - Dalla Sicilia un balzo in avanti nell'assistenza sanitaria pediatrica del territorio con la creazione di 56 punti di primo intervento (uno per distretto), attivi dalle 10 alle 20 il sabato e la domenica e nei pre-festivi e festivi, che in soli 10 mesi hanno ridotto gli accessi al pronto soccorso in quei giorni di massimo afflusso del 30% in diverse realta'. Un progetto pilota di durata annuale, partito lo scorso 16 dicembre e presentato circa 14 anni fa dall'attuale presidente del Sindacato italiano specialisti pediatri (SISPe), Giuseppe Gullotta, insieme al presidente della Confederazione italiana pediatri (Cipe) Francesco Azzaro.
Un lavoro sperimentale che non e' partito contemporaneamente in tutte le province dell'isola, ma ha avuto come fanalino di testa Catania e di coda Palermo. "I dati sono confortanti- precisa Gullotta- a Catania gli accessi ai pronto soccorsi si sono ridotti del 20-30%. Nel Distretto di Adrano, Biancavilla e Santa Maria de Licodia, con 60 mila abitanti, ci sono stati addirittura 2.000 accessi in 10 mesi. In sostanza parliamo di 200 visite al mese e 25-30 in media al giorno, con punte di oltre 60 visite in una sola giornata ".
Il servizio di pronto intervento pediatrico prevede i turni solo il fine settimana ed e' gestito da pediatri di famiglia e pediatri non occupati a cui la Regione ha garantito il 50% dei posti. Una sperimentazione che ha dato subito risultati: "Di sabato e domenica i punti di primo intervento pediatrico hanno prodotto un valido filtro per i codici bianchi e verdi, le cosiddette visite differibili". La Regione Sicilia ha "l'obbligo del piano di rientro- ricorda il presidente della SISPe- e nonostante le somme messe a disposizione per il progetto non siano state consistenti i pediatri di famiglia ci hanno creduto lo stesso. Con 25-30 accessi al giorno nei punti di primo intervento abbiamo permesso alla Regione di rientrare abbondantemente della somma investita evitando una enorme quantita' di ricoveri inutili. In sostanza in Sicilia il decreto Balduzzi e' gia' attivo a costi irrisori per la Regione, decongestionando i pronto soccorsi".
Questi centri hanno una funzione "sanitaria e sociale- prosegue Gullotta- non solo perche' molte famiglie adesso non devono piu' percorrere chilometri e chilometri per portare il loro bambino febbricitante in ospedale, non trovando il loro pediatra nel fine settimana, ma soprattutto perche' il 90% dei problemi possono essere risolti con una visita accurata in questi punti di primo intervento. Cosi' si contiene l'ansia dei genitori e si evitano tempi di attesa elevatissimi in ospedale, pari talvolta a circa 8-10 ore, dal momento che si da' giustamente precedenza ai codici gialli e rossi, le cosiddette urgenze non differibili ".
Questi 56 punti di primo intervento pediatrico hanno permesso inoltre di "iniziare a spostare le risorse dall'ospedale al territorio senza dover ricorrere a dinamiche di riduzione costi non mirate e sempre orientate al taglio di posti letto- aggiunge il medico- che in Italia andrebbero ridotti di circa 8 mila unita'. Ma spesso dinamiche campanilistiche portano poi ad avere ritardi abbondanti nella chiusura dei piccoli ospedali " .
Il presidente della SISPe lancia allora un appello: "Rivediamo complessivamente l'assistenza pediatrica globale del bambino, per rilanciare l'area pediatrica attraverso il lavoro sinergico delle tre branche della pediatria: territoriale, ospedaliera e universitaria". La pediatria ospedaliera "dovrebbe fare da filtro per quella universitaria e rispondere di piu' ai bisogni del territorio". Ma la realta' e' lontana da questa visione, cosi' la "cardiologia pediatrica come le altre ultra-specialistiche(gastroenterologia ,ematologia, ortopedia pediatriche ecc.) sono appannaggio delle universita', mentre i piccoli ospedali periferici soffrono pesantemente. Purtroppo queste realta' intasano le universita', costrette a fornire al territorio quelle risposte che dovrebbero essere soddisfatte dagli ospedali periferici. La macchina per mettere tutto cio' in movimento non e' semplice- conclude Gullotta- ma se si riescono a superare gli egoismi di parte e di categoria potremmo creare un'assistenza globale e sinergica tra tutte le componenti della pediatria a vantaggio del bene primario: la salute del bambino".
(Wel/ Dire)