(DIRE - Notiziario Salute) Roma, 27 mar. - "Un convegno importante, che illumina da una prospettiva differente il ruolo che il farmaco equivalente puo' e deve avere nel contribuire non soltanto alla sostenibilita' economica dell'assistenza farmaceutica, ma anche al suo miglioramento; per questo ringrazio l'Istituto Neurologico Carlo Besta per averci affiancato nell'organizzazione di questo momento di studio e confronto". Questa la dichiarazione del presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann, al termine del Convegno "Il farmaco generico per il trattamento delle malattie neurologiche" svoltosi ieri a Milano e organizzato con l'IRCCS milanese, una delle strutture di eccellenza nella cura e nella ricerca in questo settore. La prima parte del Convegno e' consistita nella revisione sistematica dei concetti che stanno alla base del concetto stesso di equivalente: le caratteristiche farmacologiche, illustrate dal direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, professor Silvio Garattini, il quadro normativo, trattato dalla professoressa Paola Minghetti, della facolta' di Farmacia dell'Universita' degli Studi di Milano, e l'aspetto sperimentale connesso alle pratiche regolatorie, dettagliato dal dottor Enrico Magni, consulente scientifico di AssoGenerici.
Nella seconda parte, e' stata invece al centro dei lavori la neurologia come banco di prova importante per valutare le potenzialita' degli equivalenti. Innanzitutto nell'allargare la platea dei pazienti trattati nel modo piu' adeguato: "Le patologie del sistema nervoso centrale hanno un primato di cronicita', comportano spesso gravi disabilita' e pur contando su terapie efficienti nel ridurre i sintomi, non conoscono terapie efficaci nella risoluzione della malattia. Di qui la necessita' anche di ridurre i costi" ha detto il professor Ferdinando Cornelio, direttore scientifico della Fondazione Besta, sottolineando anche il fatto che in neurologia pesi ancora un aspetto di ineguaglianza nell'acceso alle cure ottimali. Nel corso dei lavori non sono state trascurate le criticita' che l'uso degli equivalenti puo' incontrare in neurologia, come nel caso della sostituzione tra branded e generico nel trattamento dell'epilessia o del Parkinson, nei pazienti gia' in cura, criticita' che pero', e' stata la conclusione condivisa, potrebbe essere superata avviando programmi di farmacovigilanza mirati alla segnalazione dei casi di inefficacia. Un'ipotesi, questa, che la dottoressa Fernanda Ferrazin, dirigente dell'Ufficio di Farmacovigilanza dell'AIFA, ritiene percorribile.
Ma dal confronto delle esperienze dei medici del Besta e' emersa anche l'altra potenzialita' del generico: il contributo all'innovazione. Come ha spiegato Renato Mantegazza, responsabile dell'Uo Complessa Malattie Neuromuscolari e Neuroimmunologia, "oggi al ricercatore si prospetta la necessita' di studiare la possibilita' di nuove indicazioni terapeutiche per farmaci gia' noti - emblematico il caso delle statine nel trattamento della sclerosi multipla - e la disponibilita' degli equivalenti, altrettanto sicuri e meno costosi, permette di ridurre le risorse necessarie a condurre gli studi in aree oggi svantaggiate dal punto di vista terapeutico quali la neurodegenerazione, la neuroprotezione e la neuroimmunologia. Il farmaco equivalente, quindi, come risorsa non solo per ridurre "le disuguaglianze nell'accesso alle terapie che ancora sono alla base della disabilita' di molti pazienti neurologici" ma anche per allargare il numero dei trattamenti disponibili. "Una prospettiva alla quale i produttori di farmaci equivalenti sono pronti a contribuire" ha commentato Enrique Häusermann "coerentemente ai valori di responsabilita' sociale che da sempre sono alla base della nostra attivita'".
(Wel/ Dire)