PER DIAGNOSI SCENDE IN CAMPO L'ARMA DELL'IDENTIKIT POSTURALE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 mag. - Scatti, tiri, dribbling e poi lo stop. È il terrore dei calciatori professionisti, ma anche di chi, con l'inizio della primavera, si appresta a calcare i campetti di calcio per la 'partita del venerdi'' dopo mesi di 'letargo' sportivo. La pubalgia, non a caso definita 'male del calciatore', puo' avere fino a 72 cause diverse a seconda dei muscoli, dei legamenti e delle aree coinvolti. Per tutti, professionisti e non, il dolore acuto che si irradia dall'inguine verso i muscoli della gamba e' lo stesso e la sentenza, spesso, suona amara: da 1 a 6 mesi di riposo per guarire, e molti di piu' se non viene diagnosticata e trattata per tempo.
"La pubalgia e' un disturbo da sovraffaticamento muscolare- spiega Jacques Lamarche, esperto di biomeccanica clinica del centro medico di neurofisiologia e biomeccanica applicata alle disfunzioni pelvi-perineali di Milano- che colpisce soprattutto chi gioca a calcio, perche' si tratta di uno sport che prevede uno stress ripetuto dei muscoli della coscia fatto di tiri, scatti, dribbling e torsioni laterali". Per la diagnosi e' molto importante identificare accuratamente l'origine del dolore, perche' le cause possono essere diverse. "Infatti- prosegue lo specialista- si puo' parlare di osteoartropatia pubica, sofferenza del canale inguinale, tendinopatie inserzionali dei retti addominali, tendinopatie inserzionali dell'adduttore". Insomma, un bel rompicapo per chi ne soffre, ma che ha un solo significato: fine della partita. Un dolore che spesso rende impossibile persino scendere o salire in auto o fare le scale di casa e che puo' accendersi all'improvviso con un semplice colpo di tosse.
La pubalgia puo' colpire tutti: calciatori professionisti, come di recente il difensore della Juventus Leonardo Bonucci, ma anche dilettanti, runner, rugbisti, cestisti. "L'unica diversita' tra professionisti e dilettanti- aggiunge Lamarche- e' che i primi sono sottoposti a pressioni quotidiane dovute ad allenamenti intensi che prevedono serie ripetute di tiri e devono tornare velocemente in campo".
Gli esami di riferimento sono la radiografia, la scintigrafia, l'ecografia, risonanza magnetica e tac. Molto utile e' lo studio della funzionalita' nervosa, che deve essere affidato a un neurofisiologo. "Messe da parte cause esterne al sovraccarico muscolare- continua Lamarche- si procede a uno studio specifico con un''arma' molto particolare e poco diffusa: la valutazione posturale abbinata a un metodo diagnostico-terapeutico unico in Italia". La pubalgia non passa da sola, come qualcuno puo' credere. "Serve una speciale 'educazione' motoria- afferma lo specialista- con l'acquisizione da parte del corpo di nuove informazioni propriocettive, quelle che guidano l'equilibrio e il movimento". I farmaci soffocano il dolore, ma non correggono il problema. "La chiave e' riconoscere l'entita' e il livello dei traumi- spiega- per migliorare la mobilita' dell'anca e stabilizzare la regione lombo-pelvica. L'esame diagnostico e la valutazione sono rapidi e avvengono nella prima seduta. Stabilita l'origine del problema si interviene su 2 fronti: riprogrammazione motoria e rifunzionalizzazione muscolare. Si lavora in parallelo e il tempo di recupero varia a seconda delle cause specifiche della pubalgia e della persona: in 4-5 sedute, di cui una di controllo distanziata nel tempo, si riesce a invertire la corsa la malattia, scongiurare le ricadute, aumentare le performance atletiche".
Chi si appresta a riprendere l'attivita' sportiva, sia agonistica sia l'appuntamento settimanale - con la partitella tra amici - dovrebbe fare attenzione a seguire alcune regole di base. I consigli dell'esperto sono: "Ricominciare a fare movimento con gradualita'; far precedere le prime partite con un po' di attivita' lenta, come una corsa leggera o camminate a passo svelto; non eccedere in scatti e salti durante l'azione; far attenzione- ricorda Lamarche- anche all'uso di scarpe adatte, cosa che spesso viene sottovalutata; evitare i terreni troppo duri e, nel caso in cui si manifestano contratture e sensazioni dolorose, sottoporsi a un esame posturale per valutare se ci siano dei difetti che vanno corretti in anticipo per evitare un nuovo stop".
(Wel/Dire)