QUESTO IL TEMA DELLA DUE GIORNI CHE SI È TENUTA IN CAMPANIA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 19 giu. - Si e' tenuta a Napoli venerdi' e sabato scorsi la prima edizione del convegno 'Breast Cancer: Progress and Controversies', evento che ha visto riunire nella citta' partenopea i maggiori oncologi internazionali quali Gunther Von Minckwitz, presidente del Gruppo tedesco sul tumore al seno e di Carlos Arteaga, direttore del programma sul cancro al seno del centro per i tumori di Nashville, in Tennessee (Stati Uniti) e Fabrice Andre', attualmente professore associato nel Dipartimento di oncologia medica dell'istituto Gustave Roussy in Francia.
"Il carcinoma della mammella e', dopo i tumori del polmone, la neoplasia maligna piu' frequente, costituendo, con quasi 1.400.000 nuovi casi l'anno, circa il 10,9% di tutti i tumori maligni che insorgono nel mondo". Cosi' ha dichiarato l'oncologo Michelino De Laurentiis, ed ha aggiunto: "Nel sesso femminile e', in assoluto, il principale problema oncologico, costituendo circa un quarto (23%) di tutti i tumori maligni diagnosticati e rappresentando la piu' frequente causa di morte per tumore nelle donne".
In Italia, con circa 47 mila nuovi casi annui, il carcinoma mammario e' la seconda piu' frequente neoplasia (dopo i tumori del colon-retto) e la prima in assoluto nel sesso femminile, dove rappresenta circa il 29% di tutti i tumori maligni. "L'incidenza e' alta- prosegue De Laurentiis- ma le cure e le terapie sono sempre piu' efficaci con i farmaci a bersaglio molecolare capaci di colpire solo la parte malata. A preoccupare, piuttosto e' l'incidenza, ancora troppo alta e, presumibilmente legata agli stili di vita".
Cosi' come gli altri paesi industrializzati, l'Italia si attesta tra i paesi ad alta incidenza con un tasso standardizzato sulla popolazione mondiale di circa 86,3 per 100 mila abitanti (pari ad un tasso standardizzato sulla popolazione europea di circa 118/100 mila). L'incidenza non e' comunque uniforme sul territorio nazionale, con un chiaro trend crescente da sud a nord. "Oggi, pero', possiamo tranquillamente affermare che il tumore al seno fa meno paura, commenta Sabino De Placido oncologo del policlinico Federico II. Soprattutto se diagnosticato in tempo, infatti, le aspettative di vita tra una donna sana ed una ammalata sono le stesse 9 volte su 10. Quello che bisogna rafforzare e' l'attivita' di screening".
Non potevano mancare, ovviamente, commenti sul 'caso Jolie' che ha destato molto scalpore per la sua scelta di effettuare una mastectomia preventiva, visto l'alto rischio di contrarre un tumore al seno. Per Michelino De Laurentiis, direttore dell'Oncologia medica senologica del Pascale, "bisogna spiegare alle donne che quella della Jolie e' una scelta da fare solo in pochi e ben individuati casi. È vero che per quanto riguarda la prevenzioni dei tumori al seno siamo ancora in una fase di ricerca, ma la mastectomia preventiva non e' l'unica soluzione praticabile".
Secondo Adriana Bonifacino, responsabile dell'Unita' di senologia del Sant'Andrea di Roma, "quello che ha fatto Angelina Jolie non va visto come un divismo hollywoodiano, ma come la dolorosa scelta di una donna che ha visto perdere la madre per un tumore e che aveva l'87% di possibilita' di contrarlo. Quello che pero' va assolutamente evitata e' la corsa all'acquisto on-line di test genetici 'fai da te': in Italia esistono delle precise linee guida e le donne devono rivolgersi a strutture specializzate, possibilmente pubbliche".
(Wel/ Dire)