(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 giu. - "Dopo la recente proposta di tassare le sigarette elettroniche alla pari dei prodotti del tabacco, viene ora proposto il divieto nei luoghi pubblici. Ormai non passa settimana senza l'annuncio di un qualche provvedimento contro la sigaretta elettronica". Cosi' dichiara Pietro Yates Moretti, vicepresidente dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori). Che, poi, aggiunge: "Il divieto nei luoghi pubblici del tabacco da fumo e' fondato sulla pericolosita' scientificamente accertata del fumo passivo. Ma vi sono evidenze scientifiche sul fumo passivo prodotto dalle sigarette elettroniche?". "In assenza di tali evidenze- sottolinea Moretti- il divieto proposto colpisce non tanto un pericolo reale posto dalle e-cig alla salute di terzi, ma la mera gestualita' esteriore del fumatore elettronico. In altre parole, lo Stato interviene non contro un comportamento dannoso, ma contro quei movimenti del corpo che richiamano alla mente un comportamento dannoso".
"Sicuramente le sigarette elettroniche, al pari di qualsiasi prodotto immesso sul mercato, necessitano di controlli e approfondimenti scientifici. Ma la sequela di proposte a cadenza sempre piu' serrata- spiega il vicepresidente Aduc- fa nascere il sospetto che dietro questa incontinenza normativa ci siano le pressioni della filiera del tabacco e il decrescente gettito delle imposte sulle sigarette. Insomma, meno le persone fumano, anche grazie alla sigaretta elettronica, piu' aumenta la tentazione di correre ai ripari. E siccome oggi come oggi non sarebbe pensabile offrire incentivi all'acquisto del tabacco, l'unica strada rimasta e' quella di colpire i prodotti sostitutivi come la sigaretta elettronica".
"Chiediamo al Consiglio superiore di Sanita', che a breve si riunira' per affrontare la questione, di non ergersi a censore della gestualita', ma di fondare la sua decisione su precise e documentate evidenze scientifiche. La materia di cui si occupa- conclude Pietro Yates Moretti- e', infatti, la salute dei cittadini, e non certo la salute dell'industria del tabacco o dell'erario".
(Wel/Dire)