(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 gen. - Gli effetti dei farmaci non sono sempre benefici e, in alcuni casi, la loro assunzione puo' determinare conseguenze anche gravi. "Esiste un 4-6% della popolazione generale- ha affermato Roberto Bernardini, presidente della Societa' italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip)- che manifesta reazioni avverse ai farmaci.
All'interno di questa percentuale, dal 10 al 20% dei soggetti coinvolti presenta reazioni dovute ad un meccanismo immunologico-allergico che puo' essere immediato, con comparsa di sintomi entro un'ora dall'assunzione del farmaco, oppure tardivo, con comparsa di sintomi dopo un'ora dall'assunzione". Con l'espressione 'reazione avversa ai farmaci' si fa riferimento a qualsiasi risposta non desiderata ed involontaria che si verifica in seguito alla assunzione, per motivi diagnostici, preventivi o terapeutici, di un farmaco peraltro considerato appropriato allo scopo. Questo e' uno dei temi affrontati in occasione del °4 congresso regionale Siaip, svolto dal 24 al 26 gennaio, che vede riuniti i maggiori esperti, in ambito pediatrico, nelle diverse discipline. Un appuntamento nel corso del quale si discutono le piu' recenti novita' in campo immuno-allergologico, bronconeumologico e infettivologico.
"Incrociando i dati delle statistiche- ha sottolineato Bernardini- risulta che le reazioni avverse ai farmaci determinano dall'1 al 5% dei casi di ricorso al Pronto Soccorso e si registrano in una percentuale che varia dal 5 al 20% nei pazienti ospedalizzati secondo le varie casistiche internazionali". Fin dalla prima eta', le allergia ai farmaci possono avere conseguenze anche gravi, ma purtroppo talvolta vengono etichettati come allergici anche soggetti che in realta' non lo sono. Nel sospetto di una reazione allergica ad un farmaco, quindi, e' sempre necessario confermare o meno tale sospetto, anche per non classificare come allergico un bambino che poi non lo e'. "A tal fine- ha continuato il presidente della Siaip- e' ben codificato uno specifico iter diagnostico, specialmente per i farmaci antibiotici beta-lattamici. La diagnosi, naturalmente, deve essere eseguita da uno specialista in allergologia e immunologia clinica nei centri di allergologia pediatrica dove verranno effettuati gli opportuni test cutanei (skin prick test, intradermo, patch test), i prelievi ematici (in particolare ricerca IgE sieriche specifiche) e test di provocazione per la conferma o meno di tale allergia". Quanto all'ambito pediatrico, in particolare, gli antibiotici sono i farmaci maggiormente responsabili di reazioni avverse nei bambini. Non solo. Nell'infanzia, a differenza di quanto accade nell'eta' adulta si utilizzano molto gli sciroppi che contengono additivi e coloranti che possono dare reazioni cutanee talvolta erroneamente imputate al principio attivo ma che in realta' derivano dagli eccipienti. "Ecco perche'- ha concluso Bernardini- e' importante non fermarsi ai sintomi ma eseguire sempre approfondimenti diagnostici".
(Gas/ Dire)