(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 gen. - Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Europa occidentale e negli Stati Uniti e, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita', sono responsabili del 30% di tutti i decessi. E' emerso durante il simposio sulla prevenzione per le malattie del cuore che si e' tenuto ieri mattina nell'aula magna dell'ospedale Forlanini a Roma.
"La comparsa della malattia cardiovascolare e' fortemente correlata allo stile di vita e le modificazioni dei fattori di rischio sono in grado di ridurne in maniera significativa la mortalita' e la morbilita'- ha sottolineato Aldo Morrone, direttore generale dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini- pertanto la prevenzione e' parte essenziale dell'attivita' dell'ospedale, dove ai pazienti viene rivolto l'invito a migliorare la dieta e gli stili di vita". Durante l'incontro, Francesco Musumeci, direttore della U.O.C. di Cardiochirurgia e Centro Trapianti del San Camillo Forlanini, ha illustrato come la chirurgia delle valvole cardiache ormai venga "eseguita quasi esclusivamente con tecniche robotiche, attraverso piccole incisioni sul torace, in modo che l'intervento risulti il piu' possibile mininvasivo e il recupero del paziente sia molto piu' rapido: entro 4-5 giorni puo' essere dimesso e tornare alle sue normali attivita'". In questo modo inoltre, ha spiegato Musumeci, "il torace rimane integro, non si rompe nessun osso e quindi si ottiene un impatto estetico diverso: la cicatrice che rimane e' piccolissima, spesso invisibile, invece del taglio sul torace di 25-30 centimetri che veniva praticato in passato". Nella U.O.C. di Cardiologia 1 al San Camillo Forlanini, che dispone di 7 letti di terapia intensiva cardiologica (Utic) e 8 di terapia subintensiva, una degenza mista di 10 letti e un organico composto da 14 cardiologi, arrivano ogni anno 700-800 pazienti in regime di ricovero. L'Unita' operativa possiede inoltre una sezione di Cardiodiagnostica non invasiva, dove si eseguono esami con un ecocardiografo in 3D e metodiche molto sofisticate che consentono di individuare quadri clinici di alta complessita'.
"I principali fattori di rischio cardiovascolare sono il diabete mellito e l'ipertensione arteriosa", ha ricordato Maria Stella Fera, direttore della U.O.C. di Cardiologia 1 al San Camillo Forlanini. Quanto al colesterolo cattivo, "i livelli massimi entro i quali puo' essere tollerato sono i 100 milligrammi per cento- ha continuato Fera- le principali raccomandazioni sono dedicate alla dieta: bisogna evitare soprattutto i cibi fritti (per esempio quelli dei fast food) e le margarine, cioe' grassi insaturi che aumentano i valori di colesterolo". Per quanto riguarda l'obesita', "dobbiamo valutare la quantita' di grasso e quindi la percentuale di rischio del paziente di incorrere in una malattia cardiovascolare- ha aggiunto Fera- misurando la circonferenza della vita che negli uomini non dovrebbe essere superiore a 102 centimetri e nelle donne a 88".
Infine il fumo: nel XX secolo 100 milioni di persone sono morte nel mondo a causa del fumo e nel XXI secolo si stima che saranno 1 miliardo. In Italia le sigarette causano fra i 70 e gli 83 mila morti l'anno, di cui oltre il 25% ha un'eta' compresa fra i 35 e i 65 anni. Ben 19 mila europei non fumatori muoiono a causa del fumo passivo. "Sono noti gli effetti cardiovascolari del fumo a livello cerebrale (il passaggio della nicotina avviene 8 secondi dopo l'accensione di sigaretta), del cuore, del rene e di tutte le arterie- ha precisato Morrone- inoltre, al fumo sono imputabili almeno 25 patologie, fra cui infarto del miocardio, morte cardiaca improvvisa, formazione di placche aterosclerotiche, carotidee e cerebrali con rischio di ictus, broncopneumopatie cronico-ostruttive, cancro al polmone, alla mammella e al colon-retto".
In Italia le malattie cardiovascolari sono responsabili del 42% della mortalita' totale e ne e' affetto un italiano su 4. La frequenza degli eventi coronarici fra i 35 e i 69 anni e' di 5,7 per gli uomini e 1,7 per le donne, ogni mille abitanti l'anno.
Secondo le linee guida europee del 2012, le malattie cardiovascolari sono responsabili di morte prematura (prima dei 75 anni) in tutto il mondo (38% per uomini e 42% per le donne).
I diabetici sono il 6,6% della popolazione mondiale e l'incidenza aumenta con un incremento previsto nel 2030 del 50%. Gli ipertesi in Italia sono 15 milioni con ricaduta di 240 mila decessi l'anno, pari al 40% di tutte le morti. Solo il 50% degli ipertesi si sottopone a cure mediche e solo il 25% assume una terapia adeguata.
(Wel/ Dire)