SALUTE. CARNE EQUINA, COLDIRETTI: IN ITALIA PRODOTTI 16,5 MLN KG
NEL 2012 IMPORTATI 30 MLN KG SENZA OBBLIGO INDICARNE PROVENIENZA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 27 feb. - "In Italia sono stati prodotti nei macelli 16,5 milioni di chili di carne equina (per la maggioranza di cavallo), nel 2012 ma si stima che appena il 25% derivi da animali nati, allevati e macellati a livello nazionale mentre la stragrande maggioranza viene dall'estero". E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della scoperta di carne cavallo in un campione di lasagne alla bolognese confezionate dalla ditta Primia di San Giovanni in Persiceto (Bo) che ha dichiarato di acquistare la carne da altre aziende.
"La produzione nazionale e' del tutto insufficiente per soddisfare il fabbisogno interno- sottolinea la Coldiretti- e in Italia nel 2012 sono stati importati 30 milioni di chili di carne di cavallo senza l'obbligo di indicarne la provenienza in etichetta nella vendita al dettaglio tal quale o come ingrediente nei prodotti trasformati. Quasi la meta' sono arrivati dalla Polonia, ma anche da Francia e Spagna mentre poco piu' di un milione di chili proviene dalla Romania che sembra essere uno dei principali imputati dell''horsegate' che sta sconvolgendo l'Europa". Secondo le analisi della Coldiretti, "gli italiani sono tra i maggiori consumatori di carne di cavallo nel mondo insieme a Francia e Belgio con un quantitativo medio di meno di 1 chilo a testa per un totale di 42,5 milioni di chili".
In Italia, sostiene la Coldiretti, "lo scambio di carni all'insaputa dei consumatori e' vietato dal decreto legislativo 109 del 1962 che obbliga a indicare in etichetta la specie animale da cui proviene la carne utilizzata come ingrediente, ma lo scandalo ripropone l'esigenza di una accelerazione nell'entrata in vigore di una legislazione piu' trasparente sulla etichettatura della carne e degli altri alimenti a livello comunitario". Come richiesto ora "anche dal presidente francese Francois Hollande", secondo la Coldiretti "e' necessario estendere immediatamente l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti dopo che lo scandalo della carne di cavallo ha evidenziato il grave ritardo della legislazione europea nel garantire trasparenza negli scambi commerciali e nel difendere i consumatori e i produttori dal rischio di frodi e inganni. La presenza di carne di cavallo in piatti pronti a base di manzo aveva gia' portato a ritiri di prodotti, volontari o imposti dalle Autorita', in Inghilterra, Francia, Germania, Bulgaria, Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Belgio, Svezia".
A oggi, precisa la Coldiretti, "nell'Unione europea e' obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della carne bovina dopo l'emergenza mucca pazza, ma non quella della carne di maiale o di coniglio e cavallo. L'etichetta di origine rappresenta una garanzia di informazione per i consumatori, ma grazie alla tracciabilita' anche una protezione nei confronti di frodi e truffe che si moltiplicano nel tempo della crisi in cui si registra il ritorno di reati come l'abigeato e la macellazione clandestina. Negli ultimi anni si e' assistito al moltiplicarsi delle emergenze alimentari. Invece in Europa- denuncia la Coldiretti- si procede con estrema lentezza anche per effetto della pressione delle lobby, con il Regolamento (Ue) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori approvato nel novembre 2011 che entrera' in vigore solo il 13 dicembre 2014 per l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle carni suine, ovine, caprine e dei volatili mentre per le carni diverse come quella di coniglio e per il latte e formaggi tale data rappresenta solo una scadenza per la presentazione di uno studio di fattibilita'". A oggi, quindi, "in Europa e' in vigore l'obbligo di indicare l'origine della carne bovina dopo l'emergenza mucca pazza mentre dal 2003 e' d'obbligo indicare varieta', qualita' e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c'e' il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004 l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele e' stato raccolto e dal primo luglio 2009 l'obbligo di indicare anche l'origine delle olive impiegate nell'olio. Ma l'etichetta- precisa la Coldiretti- resta anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L'Italia, sotto il pressing della Coldiretti, e' all'avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 e' scattato l'obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l'obbligo di etichetta per il pollo made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l'obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. All'inizio della legislatura peraltro- conclude la Coldiretti- era stata approvata all'unanimita' dal Parlamento la legge 3 febbraio 2011 numero 4 - 'Disposizioni in materia di etichettatura e di qualita' dei prodotti alimentari' che e' rimasta pero' inapplicata perche' mancano i decreti attuativi per paura delle minacce comunitarie di una procedura di infrazione". (Wel/ Dire)
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