(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 feb. - Molti fattori potrebbero celarsi dietro la voglia di fumare, come ad esempio la vista del tabacco, la disponibilita' di tale sostanza e la mancanza di autocontrollo, eppure basterebbe una debole corrente elettrica su una particolare regione del cervello di un fumatore per frenare il desiderio di nicotina. È la scoperta di alcuni ricercatori americani, che hanno affermato che alla base del desiderio di sigarette ci sono dei meccanismi neurali. Si tratta probabilmente di due aree del cervello, la corteccia orbito-frontale e la corteccia prefrontale, che interagiscono per attivare o disattivare la voglia a seconda della disponibilita' della sostanza. Questo studio e' stato pubblicato sulla rivista 'The Proceedings of National Academy of Sciences'.
I ricercatori americani hanno scansionato il cervello di 10 fumatori, accaniti e moderati, utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) che misura l'attivita' cerebrale attraverso i cambiamenti del flusso sanguigno. Gli studiosi hanno poi misurato l'attivita' celebrale mentre i partecipanti all'esperimento erano impegnati a guardare video di persone che fumavano o video neutri. Prima della visione, gli scenziati hanno detto ad alcuni fumatori che le sigarette sarebbero state disponibili subito dopo l'esperimento, mentre ad altri che avrebbero dovuto attendere 4 ore prima di poterne accendere una.
L'esperimento ha dimostrato che il cervello dei soggetti che guardavano il video sui fumatori aveva una maggiore attivita' nella corteccia mediale orbitofrontale, un'area dell'encefalo che assegna valore a un comportamento. Nel caso in cui le sigarette erano disponibili nell'immediato, a differenza della situazione d'attesa, i fumatori avevano maggiore desiderio e il loro cervello mostrava infatti una maggiore attivita' nella corteccia prefrontale dorsolaterale. A questo punto, i ricercatori hanno ipotizzato che e' proprio questa zona a regolare la stimolazione. In altre parole, la corteccia mediale orbitofrontale puo' accrescere o diminuire il 'livello di desiderio' di sigarette (o altro), la cui dipendenza coinvolge un circuito cerebrale importante sia per l'auto-controllo che per l'attivita' decisionale.
Prima delle scansioni, i partecipanti allo studio sono stati esposti a stimolazione magnetica transcranica (TMS). Questo metodo non invasivo eccita o blocca l'attivita' neurale causando deboli correnti elettriche in una particolare regione del cervello. Quando la corteccia dorsolaterale prefrontale di tali soggetti e' stata disattivata con il TMS, sono scomparse le differenze nelle attivita' cerebrali di coloro che hanno visto le clip sui fumatori e coloro che hanno guardato dei video neutri. Entrambi i gruppi hanno riferito di avere un basso desiderio di fumare.
Il blocco di questa regione del cervello interrompe, quindi, il legame tra desiderio e consapevolezza della disponibilita' di sigarette, suggerendo che la repressione della zona potrebbe ridurre l'appetito causato da un accesso imminente alla sostanza. Si tratta di una "possibilita' su cui abbiamo lavorato tutti per cercare di trovare quel punto nel cervello che, se colpito, potrebbe spingere le persone a smettere di fumare". Lo ha rivelato il ricercatore Antoine Bechara, un neuroscienziato della 'University of Southern California', su LiveScience. Ma gli scienziati sono critici su quale sia esattamente questo punto.
Certo, la stimolazione magnetica transcranica e' "un approccio utile, perche' da' la speranza di poter aiutare in modo non invasivo- ha concluso Bechara- le persone a smettere di fumare". (Wel/ Dire)