(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 apr. - Assofarm accoglie con stupore lo sciopero indetto il prossimo 22 aprile dalle principali sigle sindacali dei dipendenti delle Farmacie Pubbliche. Si tratta di una reazione troppo semplice e irresponsabile ad un nostro tentativo di trovare soluzioni comuni e condivise alla difficile situazione economica delle Farmacie Comunali.
"Da piu' di un anno Assofarm porta avanti il difficile tentativo di salvaguardare tutti, ripeto tutti, i posti di lavoro delle proprie Aziende, in un momento in cui la redditivita' e' in netto calo e nel sistema delle Farmacie si avvertono i primi fallimenti È inaccettabile sentirsi dire che stiamo costruendo il Far West dei diritti dei lavoratori", afferma il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi.
La volonta' di uniformare con gradualita' le condizioni contrattuali e salariali dei farmacisti dipendenti delle Farmacie Comunali risponde ad una necessita' non piu' procrastinabile di controllo dei costi di gestione di Aziende che negli ultimi anni hanno repentinamente perso redditivita'. A determinare questa situazione e' certamente stata anche la crisi economica del Paese, ma soprattutto i progressivi tagli degli sconti operati dal Sistema Sanitario Nazionale. Assofarm ha sempre denunciato con forza ogni provvedimento governativo teso a impoverire la filiera distributiva del farmaco al fine di coprire disavanzi generatisi altrove, primo fra tutti la spesa ospedaliera fuori controllo in troppe regioni. In secondo luogo, la situazione socio-economica del nostro Paese rende sempre piu' insostenibile la presenza nel nostro settore di due livelli salariali assai differenti per professionisti dipendenti che hanno medesime mansioni e responsabilita': oggi un farmacista dipendente di Farmacia Pubblica ha un costo per l'Azienda superiore al 20% in piu' di un collega del settore privato, prosegue Venanzio Gizzi. Le nostre risposte: mai un licenziamento, contro le dismissioni, sviluppo della professionalita', secondo livello di contrattazione. Assofarm non accetta nessuna accusa di mancato rispetto dei dipendenti delle Farmacie Comunali. La storia della nostra Federazione e delle sue singole associate dimostra come non abbiamo mai mancato ogni battaglia tesa al rafforzamento della professionalita' dei nostri farmacisti e allo tutela dello specifico ruolo socio-sanitario che rivestono nelle comunita' locali. Prima di tutto, le Farmacie Comunali non hanno mai licenziato nessun dipendente. Cosa non scontata di questi tempi, e che ci differenzia da tutt'altro che sporadici casi di fallimenti e ridimensionamenti aziendali che hanno colpito il settore privato non riusciamo a comprendere che in momenti di crisi caratterizzati da una disoccupazione crescente, soprattutto nel settore giovanile dove ormai a un giovane su due non ha lavoro, i Sindacati non apprezzino lo sforzo che le Aziende aderenti ad Assofarm compiono, rispondendo con uno sciopero ingiustificato. Ci siamo sempre opposti alla vendita di Farmacie Comunali, ricordando ai sindaci come un patrimonio pubblico (quasi sempre gestito con oculatezza e in grado di generare risorse a vantaggio di tutta la collettivita') non possa essere svenduto col solo scopo di rimpinguare le casse comunali in difficolta'.
La considerazione per i farmacisti nostri dipendenti e' soprattutto dimostrata dalle nostre battaglie riguardo la promozione della pharmaceutical care, il registro farmaceutico del paziente, e di altre riforme che mettano al centro del sistema la specifica professionalita' e ruolo consulenziale del farmacista. Infine, il nostro impegno al mantenimento di due livelli di contrattazione sindacale (oggi non presente nel contratto nazionale del settore privato) testimonia della nostra sensibilita' per le peculiarita' di ogni realta' aziendale.
(DIRE) Roma, 12 apr. - Due cose oggi non sono possibili: il mantenimento dello status quo, e la mancanza di condivisione sulle riforme contrattuali tra aziende e dipendenti. Nel primo caso, si condannerebbero molte nostre associate a ridimensionamenti del personale o addirittura alla chiusura (va infatti ricordato che la maggior parte dei tentativi di vendita di Farmacie Comunali sono andati a vuoto). D'altronde, le sfide future del nostro settore in tema di maggiore integrazione nel SSN e di risposta a nuovi bisogni sociali, necessita' di una piena condivisione da parte del personale operante nelle Farmacie Comunali.
Assofarm chiede maggiore responsabilita' e comprensione alle proprie controparti sindacali. Di fronte a trend cosi' critici dei nostri bilanci degli ultimi anni, come e' possibile arroccarsi in posizioni di pura difesa dei privilegi acquisiti? Di fronte ai primi fallimenti delle Farmacie private, come e' possibile mantenere gli attuali livelli occupazionali senza chiedere a tutti un sacrificio? E infine, come e' possibile rispondere con una rottura cosi' dura dopo mesi di nostra disponibilita' al confronto e continue ridiscussioni dei singoli punti in agenda? (Wel/ Dire)