(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 apr. - Alcuni medici credevano, o forse speravano, che la L. 189/2012 (cosiddetta "legge Balduzzi") avesse depenalizzato la responsabilita' medica, al contrario di come aveva gia' affermato 'Amami', associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente, che lo ha ribadito a Firenze nell'ambito del Congresso nazionale dei ginecologi (Ageo). Molti professionisti pensavano che la norma li esentasse da responsabilita' penale quando avessero rispettato le linee guida o le buone pratiche mediche, perche' sembrava che il legislatore avesse previsto che quando il medico rispetta le linee guida, la sua colpa e' qualificabile lieve e, quindi, sia esente da responsabilita' penale.
E invece la legge, come spiegano due sentenze della Cassazione (una di pochi giorni fa), la colpa lieve e' problema da porsi soltanto in riferimento all'imperizia, restando immutata la responsabilita' penale quando si tratta di prudenza e diligenza, essendo irrilevanti sotto questi profili le linee guida. In sintesi, il sanitario, nonostante la Legge Balduzzi, risponde penalmente come prima per negligenza e imprudenza; per l'imperizia risponde, come prima, per colpa grave, nell'ipotesi in cui il caso sia di particolare complessita', e per colpa in tutti gli altri casi non particolarmente complessi. Ma - e questa e' la novita' - con una sola eccezione: che sia incorso in colpa lieve, cioe' in una blanda leggerezza, da accertare caso per caso, durante il compimento dell'atto medico scelto ed eseguito secondo le linee guida.
Come sottolinea l'avvocato Biancamaria Cataldo, vicepresidente di Amami, "e' evidente che questa interpretazione svuota di contenuto la portata innovativa della norma, escludendo la responsabilita' penale soltanto in alcuni evanescenti ed improbabili comportamenti di limitata ed enigmistica configurabilita'. Letta cosi' la "legge Balduzzi", ben lungi dall'aver risolto il problema della responsabilita' penale del medico, sembra essere per i medici davvero una bella vittoria: quella di Pirro". Aggiunge Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami: "Forse e' un inizio sulla strada della depenalizzazione dell'atto medico, come qualcuno dice, ma se e' cosi', la meta e' ancora tanto lontana. L'associazione sara' come sempre in prima linea, anche con il prossimo governo, perche' una svolta decisiva si faccia: subito".
(Wel/ Dire)