(DIRE - Notiziario salute) Roma, 24 set. - SIMSPe (Societa' italiana di medicina e sanita' penitenziaria) e Simit (Societa' italiana di malattie infettive e tropicali), organizzano a Viterbo dal 26 al 28 settembre 2012 la "Conferenza Europea 2012 sulle Malattie Infettive, le politiche di riduzione del danno ed i diritti umani in carcere", che intende affrontare questi problemi e mettere a confronto l'esperienza italiana con quelle europee identificando le maggiori criticita' e i migliori modelli a cui ispirarsi per un auspicato miglioramento degli standard assistenziali per i cittadini detenuti nelle carceri europee.
Durante la Conferenza verranno discusse nel corso di sessioni e tavole rotonde tra gli esperti ed il pubblico, tematiche di estremo interesse ed attualita', a partire dal ruolo delle Ong nel supporto della salute dei prigionieri, dalla situazione dei diritti umani in carcere, passando all'uso di droga e alle strategie di riduzione del danno dietro le sbarre, non senza offrire uno sguardo approfondito alla situazione della donna, sempre piu' esposta al rischio di malattie come Aids e Tbc. Ai lavori prenderanno parte, oltre ai massimi esperti italiani ed europei e molte delle Organizzazioni Internazionali attive in questi campi in Europa, esponenti dell'Organizzazione Mondiale per la Salute, Dirigenti Generali del Ministero della Giustizia, associazioni nazionali e internazionali per la tutela dei diritti umani come Ristretti Orizzonti, NPS, LILA, Medici senza Frontiere. E per toccare con mano la realta' della vita quotidiana dei detenuti, sara' organizzata una visita al super carcere di Viterbo. La lettura introduttiva sara' svolta da Stefano Vella, responsabile per l'Oms della lotta all'AIDS nei Paesi in via di sviluppo. "Tra tutti i diritti violati quello alla salute e' forse l'unico che ancora riesce a suscitare pieta"', sottolinea Giulio Starnini, Past President e Fondatore SIMSPe. "Non e' giusto, pero', accettare che la disperazione di chi sta in carcere, ma anche talvolta di chi ci lavora, per poter avere ascolto si trasformi in suicidio. Non dobbiamo credere ineludibili le centinaia di morti per cancro, per cirrosi epatica o per AIDS. Non possiamo illuderci che la tubercolosi, che coinvolge il 20% dei detenuti, non travalichi le mura del carcere. Non vogliamo che la giustizia si trasformi in colpevole, violenta, indifferente".
(Wel/ Dire)