(DIRE - Notiziario salute) Roma, 13 set. - Nel corso dell'attivita' di contrasto al commercio ambulante abusivo nel Centro Storico Lagunare, i finanzieri del Primo Gruppo di Venezia sono riusciti a risalire da alcuni venditori di nazionalita' senegalese dei classici articoli di pelletteria, dapprima a quattro attivita' commerciali presso le quali gli extracomunitari si rifornivano, ubicate tutte a Mestre e gestite da cinque cittadini di nazionalita' cinese, denunciati dai finanzieri.
Nei quattro locali le Fiamme Gialle hanno rinvenuto circa 14.000 articoli che, in base ad attivita' investigative, si riteneva contenessero sostanze pericolose per la salute. In effetti, i rapporti di analisi effettuati da un laboratorio chimico accreditato presso il ministero delle Attivita' produttive hanno certificato la presenza di metalli pesanti all'interno della composizione chimica degli articoli sequestrati, con particolare riguardo alla presenza di Cadmio, che fornisce al materiale plastico rigido caratteri di morbidezza simili alla pelle di origine organica. Questa sostanza, rilasciata dal pellame sintetico, a contatto con accessori che a loro volta vengono a contatto con la pelle e' estremamente pericolosa e puo' favorire l'insorgenza di gravi malattie.
Percio', in sinergia con l'autorita' giudiziaria veneziana, si e' individuata la societa' che a sua volta riforniva delle borse i quattro succitati negozi cinesi, ubicata a Sesto Fiorentino (FI), procedendo a perquisirne il magazzino di 5.000 mq ove sono state sequestrati piu' di 40.000 fra borse ed accessori, arrivati direttamente dalla Cina. Per avere un'idea dell'entita' del sequestro, si tratta di un totale di 54.000 borse (14.000 a Venezia e 40.000 a Firenze) che, se poste allineate una dietro l'altra, coprono una distanza di oltre 13 chilometri, cioe' piu' di tre volte superiore al tratto che intercorre dalla Stazione ferroviaria di Santa Lucia sino ai Giardini Pubblici di Venezia.
Il sequestro dell'enorme quantitativo di borse, destinate nell'intenzione dei trafficanti al centro storico veneziano, ha consentito di infliggere un duro colpo all'organizzazione che gestisce il traffico di questi articoli che, posti in vendita a Venezia in grandi quantita' ed essendo in apparenza di qualita' media, non sarebbero stati percepiti nella loro reale pericolosita', tra l'altro ponendo anche in essere una concorrenza sleale nei confornti dei negozianti e produttori onesti che, per commercializzare prodotti sicuri, debbono investire importanti valori nel loro giro d'affari.
Nei confronti delle attivita' commerciali coinvolte la Guardia di Finanza sta inoltre procedendo a controllare tutti i conseguenti aspetti anche di natura fiscale.
(Wel/ Dire)