(DIRE - Notiziario sanita') Roma, 3 set. - Ecco due posizioni a favore del ricorso del governo contro la sentenza della Corte europea di Strasburgo che ha bocciato parte della legge 40 sulla procreazione assistita.
CARLO GIOVANARDI, SENATORE PDL - "Il governo italiano deve fare ricorso alla Grande Chambre di Strasburgo per due motivi fondamentali: il primo e' la difesa della volonta' popolare espressa dai parlamenti dalle incursioni di magistrati militanti, che non esitano a distorcere i contenuti delle legislazioni nazionali per imporre la loro visione ideologica del mondo. Il secondo motivo e' di merito mancando totalmente nella sentenza di primo grado un principio di bilanciamento tra salute della madre e diritti del nascituro, con riferimenti a teorie crudamente eugenetiche che negano tutela a chi non e' potenzialmente prefetto. Sono argomenti angosciosi e controversi, ma proprio per questo devono essere sottratti alle opinioni di chi si e' gia' distinto per la guerra all'esposizione del crocifisso e all'identita' cristiana dell'europa".
PAOLA BINETTI, DEPUTATA UDC - "il ministro Balduzzi aveva parlato di bilanciamento di principi dicendo che sono beni da tutelare la soggettivita' giuridica dell'embrione cosi' come la salute della madre, poi ha rotto gli indugi ed ha annunciato il ricorso contro la sentenza della Corte di Strasburgo. Evidentemente, almeno in questo caso, ha riconosciuto la priorita' della soggettivita' giuridica dell'embrione. In questa vicenda la salute della madre non e' mai stata messa in discussione, si tratta di una donna portatrice sana di fibrosi cistica. L'unica salute messa sistematicamente in discussione e' quella dell'embrione, che si trova in uno stato di perenne rischio". Continua l'esponente centrista: "Tutelare la vita dei piu' deboli e' segno della forza di una civilta', sopprimerli indica invece la fragilita' morale di un paese. Oggi il nostro Paese ha bisogno di trovare l'energia morale per fronteggiare la crisi che stiamo vivendo, crisi di natura etica prima ancora che economica". Conclude il deputato Udc: "Difendere una legge che e' stata approvata nel 2004 a larga maggioranza da centro destra e centro sinistra, e poi successivamente nel 2005 confermata con un 75% di consensi da un referendum: e' un fatto di democrazia. Da un Governo tecnico superpartes arriva un segnale che mostra rispetto verso il Parlamento e verso il Paese che a suo tempo si schiero' dalla parte della legge. Non possono essere i magistrati a smontare sistematicamente una legge che ancora oggi e' in grado di sostenere le ragioni dell'embrione con il suo diritto a nascere e ad avere due genitori uniti stabilmente".
(Ami/ Dire)