(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 ott. - Nella notte tra sabato e domenica si e' passati dall'ora legale a quella solare. Abbiamo dovuto, pertanto, riportare le lancette dei nostri orologi un'ora indietro. Un'ora in piu' di sonno, dunque, per un'ora di luce in meno. E, soprattutto, un lunedi' mattina, questo, che potra' contare meno infarti. "Esiste infatti- spiega Piero Barbanti, responsabile neurologo dell'Irccs San Raffaele Pisana di Roma- anche un ciclo settimanale e annuale degli eventi cardiovascolari. Il lunedi' e' il giorno peggiore, in modo particolare in inverno. La probabilita' di un infarto all'inizio della settimana e' di circa il 13% piu' alta rispetto agli altri giorni".
"L'infarto- continua Barbanti- ha la sua massima incidenza nel primo giorno della settimana perche' il lunedi' si sommano 3 dei fattori di rischio determinanti per l'insorgenza di patologie cardiovascolari. Il dormire meno, il dormire in orari non consoni rispetto a quanto richiesto dal nostro naturale orologio crono-biologico e lo stress caratteristico dell'inizio settimana. E' dimostrato che il mix di questi fattori riassunti nell'oramai inflazionato concetto di 'jetlag sociale' ci rende piu' suscettibili ad eventi di carattere cardiovascolare, a causa dell'attivazione del sistema nervoso simpatico e della produzione di citochine".
Quanto riferito da Barbanti e' avallato da un noto studio pubblicato sul "The New England Journal of Medicine", la rivista piu' importante e prestigiosa al mondo in campo medico. Secondo la ricerca dal titolo 'Shifts to and from Daylight Saving Time and Incidence of acute myocardial Infarction' del Karolinska Institute di Stoccolma, il lunedi' successivo all'introduzione dell'ora solare, che ci regala un'ora di sonno in piu', sono attesi meno infarti perche', pur rimanendo invariati i fattori di rischio legati ad orari non consoni e stress da inizio settimana, si riduce il fattore legato al dormire meno.
(Wel/ Dire)