(DIRE - Notiziario salute) Roma, 25 ott. - Si e' appena concluso l'intervento in aula dell'onorevole Binetti nella discussione generale sulle disposizioni in materia di utilizzo del corpo post mortem. "L'ordinamento italiano, prima dell'approvazione di questa legge, non prevedeva una norma specifica che disciplinasse la manifestazione di volonta' del soggetto in ordine all'utilizzo del proprio corpo dopo il decesso. E' proprio questa lacuna che il testo in esame vuole colmare. La legge attuale prevede che l'utilizzo del corpo post mortem, a scopo di ricerca, sia consentito o sulla base di una semplice dichiarazione scitta da parte del soggetto o con un atto piu' formale che consegna ad un notaio la propria volonta'" spiega il deputato Udc. "Rispetto agli scopi la legge attuale precisa che: per gli studenti della facolta' di medicina e chirurgia e' una modalita' di formazione indispensabile a tutti i livelli, sia nei primi anni del Corso di laurea che negli anni della specializzazione. La donazione del corpo post mortem deve rappresentare una possibilita' di apprendimento, di formazione e di perfezionamento per tutti i chirurghi; rappresenta un'opportunita' di sperimentazione avanzata di nuove tecniche e tecnologie per i medici che vogliono intraprendere interventi complessi e di scarsa frequenza consentendo poi l'insegnamento di queste tecniche ai propri allievi", continua l'esponente centrista. "Rispetto alla norma giuridica esistente: La proposta in esame diventando legge va a colmare un vuoto normativo gravemente penalizzante, perche' in assenza di norme specifiche, l'utilizzo del corpo post mortem per finalita' di studio, di ricerca e di formazione e' ancora disciplinato dal Regolamento di polizia mortuaria, le cui prescrizioni si basano sul regio decreto del 1933- spiega- In questo caso, per la donazione del corpo la norma, oltre che all'ovvio accertamento della morte ed all'assenza di interessi giudiziari, richiede solo l'espressa volonta' del donatore in sede testamentaria. Rispetto all'opinione pubblica, la norma prevede l'adozione di adeguate campagne di informazione non solo tra i cittadini, ma anche nella classe medica per la diffusione della possibilita' di donazione.
La comunicazione dovra' evidenziare contestualmente il valore scientifico della ricerca in atto e il rispetto assoluto per il corpo della persona, inteso come diafania del suo essere".
Conclude l'onorevole Binetti "Le famiglie debbono sapere che la riconsegna del corpo un anno dopo il decesso puo' rappresentare ugualmente una grande opportunita' di memoria.
Potra' essere una buona legge, se come tutte le leggi sara' applicata correttamente rispettando lo spirito che l'ha animata durante il nostro dibattito in commissione e che puo' essere sintetizzato cosi': 'La scienza per l'uomo e non l'uomo per la scienza...neppure dopo la sua morte!'".
(Ami/ Dire)