STABILIMENTO SIDERURGICO MAGGIOR EMETTITORE DI BENZOPIRENE (99%).
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 22 ott. - "Gli studi epidemiologici indicano un nesso causale con le esposizioni ambientali per alcuni eccessi di mortalita' e morbosita' evidenziati sia nell'area di Taranto e Statte sia nei quartieri piu' vicini all'area industriale, che identificano nel materiale particellare il principale fattore di rischio". Questo il dato presente nella scheda 'Il rischio sanitario relativo alla qualita' dell'aria nel sito di Taranto' del Rapporto 'Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanita' pubblica', contenente l'aggiornamento agli anni 2003-2009 dello Studio 'Sentieri' relativo all'area di Taranto, i dati dell'analisi della mortalita', del biomonitoraggio e del rischio sanitario connesso alla qualita' dell'aria.
In base ai dati dell'ultimo rapporto sulla qualita' delle aree urbane italiane, pubblicato nel 2012, "non si evidenziano a Taranto situazioni di degrado diverse dalla maggior parte dei centri urbani italiani per quanto riguarda la concentrazione media annuale di materiale particellare (Pm10), rilevato dalle sette stazioni della rete di monitoraggio installata nell'area urbana". Questo perche' il Pm10 "e' una miscela eterogenea di sostanze chimiche che varia in funzione della natura della sorgente da cui viene emesso, e pertanto il dato della sola concentrazione media non e' sempre sufficiente a spiegare gli effetti sanitari ad essa correlati".
Lo stabilimento siderurgico, "in particolare gli impianti Altoforno, Cookeria ed Agglomerazione, e' il maggior emettitore nell'area per oltre il 99% del totale ed e' quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlabili al benzopirene". Questa ipotesi e' confermata dalle campagne di rilevazione dell'Arpa Puglia nel quartiere Tamburi che evidenziano "concentrazioni significativamente piu' elevate di benzopirene quando il vento spinge le polveri presenti nell'area dello stabilimento siderurgico verso il quartiere residenziale". Cio' spiega come mai a Taranto si registri la concentrazione media annuale "piu' alta di benzopirene tra le aree urbane italiane".
Altri inquinanti che caratterizzano il materiale particellare emesso dallo stabilimento siderurgico sono "le diossine che, nel corso degli ultimi anni, hanno costretto le autorita' sanitarie ad interventi drastici sugli allevamenti zootecnici dell'area". A differenza del benzopirene le principali sorgenti di emissione di diossine "sono i camini dello stabilimento, motivo per cui tali contaminanti raggiungono aree piu' lontane dalle sorgenti di emissione". La concentrazione di diossine nel quartiere Tamburi, infatti, "non differisce da quella media urbana delle citta' europee e la loro inalazione non costituisce pertanto un apprezzabile rischio per la salute degli abitanti". Maggiore attenzione va riservata invece "alle diossine che si depositano nel suolo e possono entrare nella catena alimentare risultando, se ingerite, potenzialmente rischiose".
I metalli, "altri contaminanti presenti nelle emissioni industriali, non raggiungono a Taranto concentrazioni tali da determinare effetti sulla salute pur risultando le polveri emesse, piu' ricche di ferro e manganese, elementi caratteristici dei processi siderurgici ma non particolarmente pericolosi per la salute". Anche in questo caso, pero', "la persistenza ambientale di alcuni metalli sul suolo, richiede di mantenere alta l'attenzione sulla contaminazione degli alimenti prodotti localmente".
(Amb/ Dire)