(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 ott. - Piu' di nove donne su dieci non si fidano dei farmaci equivalenti, considerandoli meno efficaci dei medicinali brand. E' quanto emerge dalla ricerca di O.n.da. (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), presentata oggi a Milano.
Eppure, a luglio, i dati dell'Agenzia del farmaco (Aifa) hanno evidenziato che la meta' delle dosi giornaliere distribuite in Italia ogni mille abitanti sono di medicinali equivalenti. Questo pero' non muta il pregiudizio delle donne sulle confezioni che non hanno i marchi delle casa farmaceutiche tradizionali: per il 96% i generici hanno meno qualita', per il 14%non hanno esattamente le stesse caratteristiche, il 12% sostiene di non sentirsi curata allo stesso modo e il 26% e' influenzato da racconti di esperienze negative. Ecco perche', dicono nove farmacisti su dieci, sta a chi e' al di la' del bancone rassicurare i clienti. Nonostante questo, in tre casi su cinque, le pazienti comunque non si fidano. Solo in un caso su quattro, invece, e' la stessa cliente a informarsi. Di chi e' la colpa di tanta sfiducia? Secondo il 70% dei 300 farmacisti intervistati da O.n.da. La responsabilita' e' di un'informazione inadeguata. E il gap conoscitivo, sostiene il farmacista Paolo Vintani, non riguarda solo i pazienti: "Dobbiamo uscire da una visione ospedalocentrica - dice, puntando il dito su medici e farmacisti-. Non e' possibile che i professionisti non si informino: le nostre conoscenze si fermano a 25 anni fa".
"Dobbiamo poi ripensare tutta la distribuzione del farmaco - aggiunge - perche' e' vero che oggi la meta' delle dosi che si acquistano sono farmaci equivalenti ma il costo della distribuzione per ogni confezione e' di 20 euro". Una spesa che va a incidere sul prezzo finale dei prodotti. Ovidio Brignoli della Societa' italiana di medicina generale sottolinea l'importanza del rapporto medico paziente: "Dobbiamo con grande attenzione, soprattutto nei confronti dei pazienti anziani, fare in modo da un lato che i farmaci vengano presi correttamente, dall'altro rassicurare i nostri pazienti che la medicina equivalente prescritta e' efficace indipendentemente dal nome e dal colore della scatola e della pillola", dice. Non tutti i farmaci, pero', possono essere sostituiti. Anticoagulanti, antipsicotici, farmaci contro le aritmie e' meglio che non vengano sostituiti. Nel caso in cui si scelga un equivalente non va poi abbandonato durante la cura, per evitare controindicazioni. Proprio per evitare confusioni, da anni le associazioni chiedono all'Aifa di lavorare ad un "Orange book", un volume per tutti in cui siano contenute le liste di sostituibilita'.
(Wel/ Dire)